La birra artigianale “made in Parenzo” sbarca in Germania

ZAGABRIA. Entro l’anno, la bora soffierà anche sulla Germania. Non parliamo del temibile vento adriatico, ma di una piccola birra artigianale nata due anni fa a Parenzo e battezzata proprio “Bura”, bora in croato. Questo birrificio istriano, che produce attualmente circa 50mila litri di birra all’anno ed è già presente - oltre che in Croazia - in Italia, Svizzera ed Austria, ha infatti l’intenzione di lanciarsi alla conquista del mercato tedesco e di farlo entro la fine del 2018. «Ci siamo resi conto che moltissimi turisti tedeschi, che visitano l’Istria d’estate e scoprono il nostro birrificio, ci contattano una volta tornati a casa per ricevere via posta un ricordo della loro vacanza…», racconta Alessandro Zecchinati, fondatore e comproprietario della “Bura Brew”.
Nel 2017, quasi 2 mila persone hanno visitato il piccolo birrificio di Parenzo - uno stabilimento di appena 200 metri quadri dove si possono degustare e comperare le birre - e molti di questi visitatori erano appunto di nazionalità tedesca. Da questa constatazione è nata l’idea di espandere ulteriormente il mercato di riferimento. Un’operazione annunciata questa settimana e su cui Alessandro sta lavorando assieme ai suoi due compagni d’avventura: Claudio Rossi, amico d’infanzia, architetto e mastro birraio, e Veronika Beckers, di origine tedesco-istriane e responsabile della parte amministrativa del business, nonché moglie di Alessandro. Dal marzo 2016, quando la “Bura” è entrata per la prima volta sul mercato, il trio è riuscito a convincere circa 120 bar, negozi e ristoranti in quattro paesi ad adottare la propria birra (che a Trieste si trova in rotazione al Legend Pub o ancora al Grande Buffo). Nessuno rimpiange dunque la scelta fatta nel 2014, quando tutti e tre hanno lasciato i propri impieghi fissi per lanciarsi nell’avventura del birrificio istriano. «Ci abbiamo messo un anno ad elaborare il nostro business plan», ricorda Alessandro Zecchinati: nella primavera del 2015 il marchio era registrato e la produzione partiva un anno dopo.
Questa piccola impresa familiare (il fratello di Veronika ha realizzato il logo con i simboli del vento, del mare, ma anche del malto d’orzo e del luppolo…) s’inserisce in un fenomeno che in Croazia sta vivendo un periodo molto dinamico e che ha le sue radici proprio in Istria, con una delle prime birre artigianali croate: la San Servolo, nata nel 2013. Ma come mai le birre artigianali riscuotono tanto successo? Per Alessandro Zecchinati, «la gente è stufa di bere delle birre industriali fatte davvero male». «La birra è il prodotto di un processo naturale che si basa su quattro ingredienti di base: l’acqua, il malto d’orzo, il luppolo e il lievito di qualità - spiega Alessandro - ci vuole un mese, un mese e mezzo perché si completi la fermentazione delle nostre birre, mentre ci sono imprese che, usando luppolo liquido o derivati, fanno una birra pronta in tre giorni».
Ecco che negli ultimi anni a Spalato è spuntata la “Barba”, a Zara la “Plavuša” e a Zagabria e dintorni le varie “Zmajsko”, “Varionica” e “Nova Runda”. Quest’anno, infine, Bura ha avviato la produzione di tre nuove birre a fianco dei tre prodotti tradizionali (Optimist Golding Ale, Redsand Amber Ale e Tornado IPA-Istrian Pale Ale).
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