La Bisiacheria si allea con il dialetto triestino

Successo di pubblico all’auditorium per Alessandro Fullin vincitore del premio “Salva la tua lingua”
Bonaventura Monfalcone-25.01.2016 Incontro con Alessandro Fullin-Auditorium-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-25.01.2016 Incontro con Alessandro Fullin-Auditorium-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Il dialetto triestino nella “patria” del bisiaco. È stata una serata divertente, ancora una volta con l’auditorium pieno di gente, quella che, domenica, ha caratterizzato il secondo appuntamento delle manifestazioni promosse dalla biblioteca comunale di Ronchi dei Legionari per i 25 anni dall’apertura della nuova sede di androna Palmada.

Protagonista assoluto lo scrittore e attore triestino Alessandro Fullin, da anni residente a Torino, che davanti a un pubblico che lo ha interrotto spesso con applausi, ha presentato la sua trilogia dedicata a Elisabetta di Baviera: “Sissi a Miramar”, “Ritorno a Miramar” e “Oberdan, amor mio!”, tutti editi da Mgs Press e che gli sono valsi il premio nazionale “Salva la tua lingua”, consegnatogli nei giorni scorsi al Campidoglio.

Fullin, conosciuto dal pubblico anche per la sua esperienza a “Zelig” con il personaggio della professoressa Tuscolana, ha spiegato che il perché, dopo tanti anni di assenza dalla sua Trieste, abbia deciso di scrivere in dialetto. «Mi son chiesto che cosa amano davvero i triestini – ha detto – e in cima ci ho trovato Sissi e l’impero asburgico. Da qui ho costruito una storia che porta incredibilmente ai giorni nostri». Fullin, che ha esordito nel 2010 con il suo primo romanzo “Ho molto tempo dopo di te” e che, in queste settimane, sta portando in scena gli spettacoli “La Divina” e “Fullin legge Fullin”, ha svelato i suoi prossimi progetti, scrivere un giallo, ancora in dialetto e realizzare una nuova rappresentazione con La Contrada. «Scrivere in dialetto mi piace e mi è congeniale – ha aggiunto – mi riporta a casa, anche se la fotografia che traspare dai miei racconti è quella di Trieste che ho lasciato negli anni Settanta. Penso davvero che non scriverò più in italiano».

Una lunga chiaccherata, fatta di aneddoti e di battute, di percorsi artistici non sempre facili e non sempre agevoli. La serie di iniziative promosse dalla biblioteca, con la collaborazione della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia, proseguono anche oggi. Alle 18, infatti, all’auditorium di via Cau de Mezo, sarà presentata una ricerca storica sulla biblioteca comunale, curata da Fabio Degrassi, che parte dalla prima sede di via Duca D'Aosta ai giorni nostri. (lu.pe.)

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