La bufala del buono postale “molto fruttifero”

Le insidie del web ma la notizia girava insistentemente per Gorizia e tutti la credevano vera

Mandano una mail al giornale. Raccontano una storia curiosa di scoperte di vecchi libretti di deposito trasformati in tesoretti in euro. Ma andando a cliccare sul web il nome della società che ha inviato la comunicazione si scopre che è specializzata nel fabbricare... bufale. “Il Tirreno”, un anno fa, parla di tante fandonie propinate ai giornali: ci sono rocamboleschi ritrovamenti di vecchi buoni postali, libretti, titoli di Stato da parte delle più disparate categorie di persone come ultracentenari, perpetue e sacerdoti.

Vediamo la storia inviata al Piccolo: «Luca Rossini, classe 1976, coniugato, disoccupato, originario di Gorizia ma residente a Frosinone, si è rivolto alla nostra Associazione per rappresentarci quanto segue. Qualche mese fa l’uomo, rovistando tra i vecchi ricordi di famiglia dei genitori scomparsi in un incidente stradale quando era molto piccolo, ha rinvenuto, tra le altre cose, un buono postale di lire 10 milioni emesso in data 25 aprile 1976 (giorno del suo battesimo). Alle Poste gli era stato inizialmente detto che il titolo era prescritto, trattandosi di buono postale ordinario ed essendo trascorsi trenta anni dalla data di emissione e, quindi, l’uomo ha deciso di rivolgersi all’Agitalia. Non è stato nemmeno far stimare da un nostro consulente contabile il titolo in questione perché la stima è stata effettuata direttamente sul sito delle Poste italiane. Il nostro ufficio legale ha provveduto alla notifica a mezzo p.e.c. della richiesta di rimborso alle Poste italiane ed alla Cassa depositi e prestiti obbligati in solido ad onorare i crediti dei risparmiatori. Entro 60 giorno dalla messa in mora, Poste Italiane dovrà versare alla Sig. Luca Rossini la discreta somma di 91.302,68 euro a titolo di rimborso del buono predetto».

Una bufala perfetta.

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