La casa di riposo va a regime Entro fine anno 60 ospiti

Terminati i lavori di ammodernamento da 1,8 milioni di euro, la Culot è a norma L’assessore Romano: «Per ora diamo risposta a 40 persone, però c’è spazio»



La casa di riposo comunale “Angelo Culot” entra in una nuova fase e si appresta ad assegnare entro l’anno tutti i 60 posti letto per non autosufficienti disponibili. Ciò segue all’imponente ristrutturazione ultimata circa 3 mesi fa. Ora si tratta quindi di vedere i frutti di questa operazione, costata 1,8 milioni, e naturalmente di riempire totalmente la struttura, ormai modernizzata e messa a norma. A fare il punto è l’assessore al Welfare Silvana Romano. «Questa settimana iniziano gli accessi dei nuovi ospiti. Prima abbiamo dovuto rifare le procedure di valutazione medica con l’azienda sanitaria e i medici di medicina generale. Questo accade spesso con gli anziani ed è un po’ una prassi. Adesso cominceremo con i ricoveri e si parte davvero».

L’assessore Romano il 3 luglio ha incontrato i nuovi ospiti con i loro familiari nella biblioteca della casa di riposo. Conclusa questa fase in tutto a Lucinico ci saranno 40 persone e entro dicembre il Comune conta di assegnare gli altri 20 posti disponibili. «Abbiamo dato risposta a chi ha fatto domanda. Per ulteriori richieste c’è comunque sempre la possibilità di accedere», aggiunge.

Ci sono novità anche per quanto riguarda alcuni nuovi lavori, anche se non imponenti. «Nella variazioni di bilancio abbiamo inserito ulteriori fondi per degli interventi minori. La nuova camera mortuaria verrà sistemata al piano terra. Poi verranno spostati alcuni ambulatori e degli arredi». Tutto questo comporterà una spesa di circa 80 mila euro. Nel frattempo il Comune è in attesa di sapere se la Regione dispenserà dei fondi richiesti in primavera. Si tratta, nello specifico, dei Bandi Eisa 2019 i cui contributi saranno necessari a realizzare alcuni interventi edili impiantistici. Qualunque cifra possa entrare, tra degenti e bandi, chiaramente non potrà mai compensare le spese per quello che rimane un servizio indispensabile ma piuttosto oneroso per le casse pubbliche. I costi per l’utenza non autosufficiente sono invece in linea con altre strutture simili sul territorio. Le tariffe per il momento sono rimaste invariate (circa 1800 euro al mese). «Chiaramente non saremo mai in attivo ma contiamo di offrire un servizio nel migliore dei modi. Le perdite quantomeno non saranno più, come è avvenuto in passato, nell’ordine di 2 o 1,5 milioni». Parliamo poi della concorrenzialità della Culot rispetto ad altri centri per non autosufficienti delle vicinanze. «Innanzitutto il nostro nucleo si differenzia ad esempio da Villa San Giusto dove le persone sono ospedalizzate e pagano meno. Anche da noi ci sono persone allettate, ma il livello della loro situazione medica di base è diverso. Non c’è quindi vera concorrenzialità rispetto ad altre case di riposo che ci sono in città. A Gorizia comunque c’è posto per tutti», conclude l’assessore.

Per alcuni rimangono preferibili le case di riposo in Slovenia dove, in alcuni sporadici casi, i costi sono minori. Come conclude la referente del Comune, «nel paese limitrofo vengono però meno i rimborsi dovuti alle convenzioni con la regione, rimangono i problemi con la lingua e con gli spostamenti verso gli ospedali italiani». Chiaramente, tutti ostacoli minori se si è della minoranza o se si ha la cittadinanza slovena. —



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