La città piange Armando Rinaldi, il gigante buono esperto di cucina

il lutto
Un gigante buono. È una delle definizioni che calzano più a pennello per descrivere la figura di Armando Rinaldi, l’imprenditore che guidò la Vinicola Europea, spentosi lo scorso mercoledì all’età di 75 anni. Figura di spessore, colta, ironica, tra i massimi esperti di enogastronomia tanto che lo chef Massimo Bottura dialogando con lui lo definì «memoria storica della cucina italiana e francese». Già, perché quella di Rinaldi per il cibo e per il buon vino non era solo una passione legata all’appagamento del palato: passava ore ad approfondire aspetti di una materia prima o di un piatto anche dal punto di vista biochimico e storico. Una passione, la sua, che diede vita anche alla collaborazione con riviste specializzate e che, a fine anni ’90, lo vide protagonista sugli schermi di Tele 4 della trasmissione “Zibaldone Goloso”.
Nel 1995 la Vinicola Europea venne chiusa e per lui iniziò un percorso nuovo, spirituale, che ne rafforzò l’altruismo e la sensibilità. Ad accompagnarlo in un rinnovato rapporto con la fede furono don Alessandro Dessanti, don Ettore Malnati e il cappellano del carcere Silvio Alaimo. Fu proprio nella dimensione del carcere, infatti, che Rinaldi decise di avviare un’intensa attività di volontariato che si spingeva oltre quella che era una semplice attività di sostegno ai detenuti. Lui li ascoltava, li sorreggeva nei momenti di sconforto, portava loro generi di prima necessità, li accompagnava a sbrigare alcune commissioni quando era permesso loro uscire. Con molti di loro, il rapporto e il sostegno proseguirono anche dopo la loro esperienza carceraria.
Rinaldi lascia la moglie Marina e due figli, Alessandro e Massimo. «È stato un marito esemplare», racconta la moglie: «Ironico, anticonformista, attento osservatore. Mi ha riempita di attenzioni e di amore. La sua generosità e la sua sensibilità, specialmente per i più fragili, hanno contraddistinto la sua vita». I funerali domani alle 10.30 nella chiesa di Notre Dame de Sion. Accanto a don Malnati, proprio per rimarcare l’importanza dell’opera di Rinaldi a sostegno dei detenuti del Coroneo, ci sarà anche don Alaimo.—
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