La Colombia non risponde alla richiesta di estradizione, sarà scarcerato il narcotrafficante incastrato dalla Procura di Trieste

La procura precisa: “Abbiamo chiesto l’estradizione un anno non è arrivata alcuna risposta dalle autorità colombiane”

La droga sequestrata bruciata nell'inceneritore a Trieste
La droga sequestrata bruciata nell'inceneritore a Trieste

TRIESTE Il narcotrafficante colombiano Angel Martinez Quiroz, nella lista dei ricercati dall'Interpol come uno dei più pericolosi al mondo e arrestato al termine della più grande operazione antidroga in Italia, coordinata dalla Procura di Trieste, sarà scarcerato dal penitenziario di Bogotà perché l’autorità colombiane non hanno risposto alla richiesta di estrazione avanzata dalla Procura di Trieste, attraverso gli organi ministeriali. Decorsi i termini della custodia cautelare, l’uomo uscirà dal carcere. 

La Procura di Trieste, in un comunicato firmato dal Procuratore, Antonio De Nicolo, sottolinea che il ministro della Giustizia ha «tempestivamente avanzato domanda estradizionale» il 23 Settembre 2022. Domanda alla quale l'autorità colombiana, «a un anno di distanza» «non ha ancora comunicato formalmente la propria decisione», nemmeno dopo «reiterate istanze di aggiornamento».

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"A nome della Procura Distrettuale Antimafia di Trieste e mio personale esprimo sorpresa e sdegno per avere appreso la falsa notizia secondo cui la decorrenza del termine di custodia cautelare a fini estradizionali riguardante il cittadino colombiano Angel Maria Martinez Quiroz sarebbe dipesa da un errore imputabile a questo ufficio" si legge ancora nella nota, in riferimento alla notizia circolata sulla stampa nazionale secondo cui la scarcerazione sarebbe dovuta a un errore della Procura anziché alla decorrenza dei termini per la custodia cautelare previsti dalla legge.

“L'attenzione e lo scrupolo riservato alla relativa vicenda estradizionale da parte di questo Ufficio - e segnatamente da parte del sostituto procuratore distrettuale Federico Frezza, titolare del procedimento - ha portato il magistrato a richiedere al gip tempestivamente e di propria iniziativa (senza dunque attendere alcuna istanza difensiva, in ossequio ai principi costituzionali che governano il diritto alla libertà personale) la cessazione della custodia cautelare per la data del 6 settembre 2023, essendo a quella data interamente decorso il termine cautelare di fase, pari ad un anno. Dunque nessun errore: anzi semmai estrema attenzione alla posizione processuale di Quiroz, come del resto a tutte le altre posizioni processuali della complessa vicenda trattata da questo Ufficio”.

"Va ancora chiarito che la doverosa scarcerazione per decorrenza termini, dovuta alla mancata tempestiva risposta delle competenti Autorità colombiane alla domanda estradizionale, non impedisce certo ad Angel Quiroz, consapevole della pendenza in Italia del procedimento a suo carico, di presentarsi nel nostro Paese e di rendere dichiarazioni collaborative, come parrebbe essere intenzionato a fare stando alle asserzioni dei suoi difensori apparse sulla stampa”

L'avvocato Alessandro Tirelli, direttore dell'Alta Scuola di Estradizione delle Camere Penali Internazionali, che difende Quiroz insieme con la collega Federica Tartara, ha infatti commentato così all’Ansa la notizia della scarcerazione: "Il nostro assistito intende continuare nel suo atteggiamento collaborativo con la Procura". 

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L'operazione del 2022 era stata coordinata dalla Procura di Trieste, e aveva portato all'arresto di 38 persone; delle 4,3 tonnellate di cocaina sequestrate, precisa il quotidiano, 2,5, per un valore sul mercato di un paio di miliardi di euro, sono state distrutte in un inceneritore il 23 agosto scorso. La sostanza viaggiava via nave attraverso l'Oceano Atlantico e veniva scaricata nel porto di Trieste, per poi essere indirizzata a Milano e altre città, secondo una organizzazione che coinvolgeva anche trafficanti sloveni, croati, olandesi e bulgari, e acquirenti legati alla 'ndrangheta. Fu scoperta grazie anche a tre investigatori della Guardia di Finanza sotto copertura che riuscirono a infiltrarsi fra i narcos. La cocaina sequestrata viaggiava celata in una spedizione di trivelle da miniera.

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