La Comunità ebraica ha scelto: da Lisbona il nuovo rabbino

La Comunità ebraica di Trieste si è data un nuovo rabbino. Si chiama Eliezer Shai di Martino, ha 36 anni, è sposato e ha tre figlie di 6, 7 e 8 anni di età. Il primo luglio si siederà alla scrivania dello studio posto al primo piano del Tempio di piazza Giotti. Dallo scorso novembre quello studio era desolatamente vuoto perché la stessa comunità aveva licenziato Itzhak David Malgarit, 64 anni, rabbino capo di Trieste dal 2007. «La nostra decisione è stata molto meditata e sofferta. Non siamo soddisfatti del suo operato. Nei rapporti tra comunità e rabbino c’è una necessità di interlocuzione diversa da quella che è stata fornita», aveva affermato pubblicamente il presidente della Comunità Alessandro Salonicchio. Nei sei mesi intercorsi dal licenziamento di Malgarit alla nomina di Eliezer Shai di Martino si è sviluppata su più versanti una intensa attività di ricerca, sondaggio e verifica, sfociata all’inizio dello scorso aprile in una visita conoscitiva “informale” del nuovo rabbino a Trieste.
Fino a qualche mese fa era infatti impegnato nello stesso ruolo a Lisbona, una comunità in cui, esattamente come nel capoluogo giuliano, convivono le due anime dell’ebraismo, la saferdita e quella askenazita.
Eliezer Shai di Martino due mesi fa si era incontrato con il Consiglio direttivo e aveva esposto le proprie idee e i propri propositi: poi era stata organizzata un’assemblea con gli iscritti alla Comunità. Esito positivo per entrambe le riunioni. Nei giorni scorsi l’ultimo atto, il vaglio del Consiglio rabbinico dell’Ucei. Ieri la nomina è diventata ufficiale. Di Martino, rabbino capo di Trieste opererà anche a Gorizia, Udine e Pordenone. In sintesi in tutto il Friuli Venezia Giulia. Va aggiunto che in più interviste non ha mai fatto mistero delle proprie idee. In primo luogo della sua adesione all’ebraismo ortodosso, maggioritario, se non egemone nel nostro Paese.
«Quando sono arrivato a Lisbona, la sinagoga era vuota. Negli ultimi cinque anni sono riuscito a portare un po’ di pace alla comunità». E’ orgoglioso dei risultati ottenuti negli otto anni di lavoro in Portogallo. «Dei trecento ebrei presenti nella capitale la maggior parte viveva lontana dal tempio».
Secondo Eliezer Shai di Martino, l’ebraismo «è un’ identità nazionale religiosa e uno dei suoi componenti essenziali è rappresentato dalla lingua che ci ha tenuti assieme nei duemila anni di esilio. Oggi ogni ebreo proveniente da qualsiasi parte del mondo, può andare in qualsiasi sinagoga e seguire e partecipare alla preghiera.
Alla domanda sull’eguaglianza tra uomo e donna il nuovo rabbino di Trieste ha idee molto precise. «Se l’uomo e la donna sono uguali? Se così è non sarebbero marito e moglie.. in ogni caso la risposta è si, la donna nel giudaismo può studiare, pregare, insegnare, anche se le separazioni in certi momenti della vita ebraica implicano un certo livello di pudore e modestia».
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