La Cona regno dei volatili Avvistata la 325.a specie

Si tratta del Falaropo becco largo, segnalato da una coppia di visitatori Sono esemplari rari: in tutta Italia ne sono stati osservati solo poco più di 50
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-14.11.2014 Isola della Cona-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.11.2014 Isola della Cona-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO. È un periodo di eccezionali avvistamenti alla Riserva naturale foce Isonzo, in particolare nell’area della Cona, consacrata ormai a “palestra scientifica” nel contesto internazionale della fauna migratoria e stanziale, grazie alla frequente presenza di visitatori in grado di riconoscere le specie meno note, perché insolite o rare.

A pochi giorni di distanza dall’osservazione del “Luì forestiero” (nome scientifico Phylloscopus inornatus), un’ulteriore “nuova specie” viene registrata alla Cona, il “Falaropo becco largo” (Phalaropus fulicarius). È la 325.a specie rilevata: un esemplare in abito invernale è stato, infatti, osservato nell’area delle piane di marea da parte di una coppia di visitatori esperti, Nicolas Biron e Lea Basso.

«La segnalazione fornita da questi appassionati – spiega Fabio Perco, direttore scientifico della Stazione biologica della Cona - è assolutamente attendibile, anche perché documentata con alcune chiare immagini fotografiche che non lasciano dubbi. È una scoperta che allunga la già consistente lista delle specie osservate nell’area protetta. La specie in questione - aggiunge Perco - è alquanto rara anche a livello nazionale (complessivamente sono state segnalate poco più di una cinquantina di osservazioni) e dev’essere considerata scarsa, sebbene non in pericolo a livello europeo, essendo ristretta per la nidificazione ad aree artiche poste al di sopra del sessantesimo parallelo, cioè Groenlandia, Islanda e Isole Svalbard».

Da queste remote aree le esigue popolazioni di questa specie, abbondanti nelle aree artiche asiatiche ed americane, intraprendono ai primi freddi una lunga migrazione che trasferisce la maggioranza dei “falaropi” europei a vaste aree di svernamento poste lungo la costa dell’Africa occidentale. Solo pochi soggetti si notano all’interno del bacino del Mediterraneo, dove risulta assai più frequente il simile “Falaropo becco sottile” (Phalaropus lobatus), già più volte osservato alla Foce dell’Isonzo. Si tratta di uccelli “limicoli” di dimensioni medio-piccole, con le dita delle zampe dotate di piccole escrescenze membranose che facilitano il nuoto.

Dal volo potente e velocissimo, sono dotati, inoltre, di un becco e zampe moderatamente lunghe e di alcune insolite caratteristiche peculiari, nel loro aspetto e comportamento, che li hanno resi famosi tra i biologi che si occupano di comportamento sessuale.

«In generale i “falaropi” – ricorda Perco - si distinguono da molti uccelli e parecchi altri animali vertebrati perché sono le femmine a essere dotate di piumaggi sgargianti che vengono assunti ed esibiti in primavera per corteggiare i maschi. Questi ultimi, cosa decisamente insolita, si occupano dell’allevamento della prole e persino covano le uova, mentre le madri possono limitarsi alla loro produzione».

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