La Conad di via Locchi ha atteso a lungo quasi 40 mila euro

Se sei un supermercato, non ottenere il rimborso per i buoni pasto può costare caro.
È questo il caso di due punti vendita piuttosto noti in città che si sono trovati a dover attendere dalla “Qui Group spa” decine di migliaia di euro. Si parla di circa 25 mila euro per Godina in via Cappuccini e di quasi 40 mila per il Conad di via Locchi. Uno stop all’uso di questi pagamenti è arrivato invece dagli uffici centrali della Coop alla filiale via Boccaccio mentre al Despar in corso Verdi, per fare altri esempi, i famigerati tagliandini non sono in dotazione. Nel caso della Coop ci sono state però difficoltà e insolvenze. Niente rispetto a quelle di Godina, dove lo staff racconta: «Non pagavano. Li abbiamo bloccati da più di un anno e mezzo. Dopo vari solleciti siamo passati alle vie legali per recuperare quanto ci dovevano. Ci dispiace anche per le tante persone che li utilizzavano».
Alla Conad di via Locchi fino all’aprile scorso i buoni utilizzati dai dipendenti delle Poste venivano accettati, poi anche qui lo stop. Stessa solfa, da quanto emerge parlando con una dipendente del supermercato, fatta di chiamate e solleciti a vuoto. Alla fine quantomeno i soldi sono stati recuperati, pur con molta fatica. «Tanti clienti vengono ancora con questi buoni, però a quanto ci risulta ad utilizzarli a Gorizia è solo il Famila. Quello che ci chiediamo è – concludono al Conad – come fa una realtà come le Poste a non riuscire a risolvere meglio la situazione».
D’altronde, pure l’Agenzia della entrate ci è passata, chiudendo però prima la questione con la società. —
Emanuela Masseria
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