La cricca delle finte assunzioni dal giudice

I responsabili di tre società accusati di truffa alla Regione per aver intascato 177mila euro di incentivi
sterle trieste 08 09 08 tribunale gip interrogatorio a marzio sai avvocato tonon giudici bacer e trucellitto
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Il valzer era tra finte assunzioni e veri licenziamenti degli stessi dipendenti. Un sistema ingegnoso adottato per ottenere il contributo della Regione destinato ai disoccupati. Domani i protagonisti di questa storia di presunti “furbetti” della burocrazia compariranno davanti al gip Luigi Dainotti. I nomi sono quelli di Ludmilla Lorenzon, 39 anni, Piero Righi, 54, Claudio Lorenzon, 69, e Nicola Ivano, 41, responsabili operativi a vario titolo del Centro studi Rossetti che gestisce corsi di recupero degli anni scolastici (con sede in via Piero Della Francesca), dell’associazione Unicum, un tempo British Institute (che organizza tra l’altro corsi di lingue, situata in via Rossetti 8), e di Unica & Partners (sempre con la medesima sede), azienda di consulenza dedicata agli imprenditori. Per loro il pm Cristina Bacer ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa ai danni della Regione. Ma lo ha chiesto anche nei confronti dei legali rappresentanti delle stesse società. Difensori gli avvocati Matteo Belli, Maria Genovese, Angelo Aluisi e Dario Lunder.


La vicenda, paradossale nella sua semplicità, era nata dalla legge regionale numero 18 del 2005, in base alla quale venivano di volta in volta concesse sovvenzioni per promuovere l’occupazione giovanile e l’inserimento di persone ritenute in una situazione di svantaggio occupazionale. I finanzieri avevano scoperto che il 13 maggio 2010 Claudio Lorenzon, anche legale rappresentante del Centro Rossetti, aveva presentato una domanda alla Direzione regionale del lavoro per ottenere le sovvenzioni di legge per l’inserimento dell’impiegata Loredana O. E per questo era stato erogato il contributo di novemila euro. Ma da un controllo successivo era emerso che la stessa impiegata era stata dipendente fino al 4 maggio dello stesso anno di un’altra società. Insomma, Loredana O. era stata disoccupata - formalmente - appena nove giorni. Come dire: un breve periodo di ferie. Ma in realtà aveva continuato a lavorare per la società di cui era stata - sempre formalmente - dipendente fino al 4 maggio con le stesse mansioni e nello stesso ufficio. In breve, scoperto il trucco, i finanzieri avevano poi accertato molti altri casi analoghi.


In totale il conto dei contributi, che gli inquirenti presumono essere stati percepiti illegittimamente, ammonta a 177mila euro. Soldi che la Regione ha pagato per favorire le assunzioni di chi aveva bisogno. Ma che erano finiti - secondo il pm Bacer - nelle tasche dei quattro imprenditori. Ora è arrivato il conto.
(c.b.)


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