La droga per gli universitari era nascosta nei pacchi di pasta: arrestati tre pusher
Sono trevigiani: nella base in Veneto eroina, cocaina e una pistola
di CORRADO BARBACINI
Li hanno bloccati l’altra notte vicino al bivio al «H» mentre stavano ritornando a Covola di Pederobba, nella Marca trevigiana. A Trieste l’aria si era fatta pesante: i due pusher stavano scappando dopo aver spacciato per mesi eroina e cocaina soprattutto negli ambienti universitari. La base operativa era un anonimo appartamento in via Tonello 5. Gli agenti della Polizia Municipale e baschi verdi della Guardia di finanza hanno arrestato due veneti, ritenuti tra i più importanti spacciatori che operavano su Trieste.
Si tratta di Raimondo Mattia Corrà, 27 anni, studente universitario originario di Feltre e di Margherita Gobatello, 39 anni, di Conegliano Veneto. Il giovane, secondo gli accertamenti degli investigatori, frequentava regolarmente l’Università e negli ultimi mesi era diventato un vero e proprio punto di riferimento per i consumatori. Si erano specializzati in droga di buona qualità, ben diversa da quella proveniente dall’Istria. In carcere è finito anche il convivente della donna: Vanio Tazzer, 54 anni, abitante a Covola di Pederobba non lontano da Treviso. Nella sua villetta - che è stata perquisita all’alba - oltre a una discreta quantità di cocaina ed eroina i militari della Finanza hanno trovato anche una pistola completa di caricatore. La droga era nascosta in un vano ricavato all’interno della fossa biologica in giardino.
Il blitz coordinato dal pm Federico Frezza è scattato ieri attorno alle 3 del mattino. Raimondo Mattia Corrà era alla guida di una Bmw 318. Seduta alla sua destra Margherita Gobatello. La vettura è stata bloccata in un posto di controllo subito dopo il bivio ad «H» proprio all’inizio del raccordo che porta all’autostrada. La Bmw era seguita dal momento in cui era partita da via Tonello 5. Il conducente alla vista degli agenti prima ha rallentato e poi ha dato gas. C’è stato un inseguimento e la vettura dei due è stata costretta a fermarsi dopo qualche centinaio di metri. Nell’auto nascoste in uno scatolone contenente alcune confezioni di pasta Barilla c’erano oltre 300 dosi di eroina e cocaina.
In pratica, secondo gli investigatori era la merce invenduta che la coppia stava frettolosamente riportando a Covola di Pederobba in attesa che le acque si calmassero. Agli spacciatori i militari della Finanza e gli investigatori della Municipale sono arrivati dopo una lunga indagine sul territorio, nata dalla scoperta di un nuovo flusso di approvvigionamento di cocaina ed eroina dal Veneto. Un flusso diventato - secondo le indagini - molto intenso dopo che erano stati bloccati con arresti e sequestri molti dei traffici provenienti dall’Istria.
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