La ferramenta Cantarin di Gorizia resiste grazie alla passione
È un’attività storica di Gorizia, un punto di riferimento per la clientela anche di oltreconfine. I fratelli Elio e Claudio: «Siamo in pensione ma continuiamo. Va garantito un servizio»

Capita che in un dato luogo un nome proprio diventi come un nome comune, tanto si identifica con qualcosa di conosciuto e consolidato nelle abitudini di una comunità. E quando accade, è perché dietro quel nome c’è un pezzo di storia di quel luogo.

A Gorizia si dice “Cantarin” ma si legge “ferramenta”, perché la “Fratelli Cantarin” di piazza Medaglie d’Oro per i goriziani è “la” ferramenta, l’ultima rimasta tra quelle storiche.
Si appresta a festeggiare i 35 anni di attività, anche se il suo percorso e quello di Elio e Claudio Cantarin, i titolari, comincia più da lontano raccogliendo il testimone di una tradizione famigliare. Papà Mario fu esperto elettromeccanico nell’officina sita prima in corso Italia e poi in via Baiamonti, dove i suoi due figli maschi avrebbero dato vita nel 1980 ad una società specializzata nella lavorazione di porte e finestre in alluminio. Ad affiancarla, un piccolo negozio di ferramenta, che è passato anche nella sede tra le vie Favetti e Formica prima di diventare grande in piazza Medaglie d’Oro.
Varcare la sua soglia nel mezzo di un continuo viavai di clienti significa entrare in un luogo sospeso nel tempo. Qui tanto parla di presente e futuro (perché una ferramenta si evolve continuamente, assieme alle tecnologie) ma l’atmosfera e i profumi restano quelli delle vecchie botteghe d’un tempo, fatte di rapporti umani. «Sì, perché nell’epoca di internet a fare la differenza è proprio questo, la relazione con i clienti – dicono Elio e Claudio Cantarin -. Qui le persone continuano a venire perché sanno che troveranno un consiglio, un parere, una spiegazione: e così anche i neofiti o i poco pratici trovano qualcuno che dà loro una mano».
Un tempo arrivavano a frotte anche dalla Jugoslavia prima e dalla Slovenia poi, oggi invece da oltreconfine (dove i negozi simili si sono diffusi) arriva solo il 15% dei clienti. «Ma lavoriamo molto con le ditte, anche straniere, che sono impegnate nei cantieri goriziani, oltre che con le istituzioni, dal Comune all’Azienda sanitaria fino alle forze dell’ordine», assicurano i Cantarin.
In fondo, a loro volta una istituzione cittadina. Che oltre alla competenza ed alla pazienza, devono tenere allenata pure la memoria: tra gli scaffali, i corridoi e gli espositori all’interno e all’esterno del negozio ci sono ben 14 mila articoli, e altri 200 mila compongono un catalogo praticamente illimitato dal quale si può “pescare” e ordinare ciò che in negozio non c’è. Come se il negozio fosse la valigia senza fondo di Mago Merlino, si va dalla “a” alla “z” di ciò che può servire in casa, in giardino o in cantiere, per il lavoro o gli hobby.
«Tutto questo è stato costruito poco alla volta sulle richieste dei clienti, che arrivano dicendo “ho un problema”, oppure “mi servirebbe questo”, o ancora “mi hanno detto che qui posso trovare quest’altro” – dicono Claudio ed Elio, attorniati dai loro quattro dipendenti che non smettono un attimo di correre dietro al bancone e tra gli scaffali -. E così continuiamo a fare, aggiornandoci continuamente». Si, ma fino a quando? «Siamo entrambi già in pensione, ma di fermarci non abbiamo intenzione – assicurano sorridendo -: è questione di passione, ma anche di coscienza: dove andrebbero a sbattere la testa i goriziani, e come farebbe Gorizia senza la sua ferramenta?». —
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