La forestale: «Asportare senza autorizzazione pietre o legname dal fiume è reato»
le reazioni
«L’asporto di materiale lapideo dai fiumi è esplicitamente vietato. Figuriamoci poi la vendita». È netta la spiegazione degli uomini della stazione di Monfalcone (con sede operativa a Gradisca) del Corpo forestale regionale. Li abbiamo intercettati sul campo per sottoporre loro il caso delle pietre dell’Isonzo vendute come souvenir sul portale web Ebay. Chiedono di non esere citati, e la loro risata (amara) a riguardo dice tutto. «Siamo arrivati a questo? È la prima volta che lo sento dire, ma ormai alle stranezze ci stiamo abituando», risponde, incuriosito dalla vicenda, un forestale isontino. Che poi si addentra negli aspetti di legge. «La ratio della normativa regionale 11 del 2015 che disciplina la difesa del suolo e l’utilizzo delle acque parla espressamente di “necessità di autorizzazione ad asportare materiale lapideo dai fiumi” da parte del Comune per scongiurare prelievi di grandi quantitativi di materiale. Cionondimeno, essa vale de relato anche per il singolo sasso. Chiaramente come tipo di infrazione rischia di essere meno appariscente, di apparire quasi veniale, ma sempre infrazione rimane. E ancor più serio è il fatto di mettere in vendita dei sassi dell’Isonzo come presunti souvenir dei luoghi sacri della Grande Guerra. Il reato tecnicamente è dunque duplice». Ai forestali della stazione di Monfalcone non è sinora mai capitato di intercettare comportamenti di questo tipo. In fondo quanto si sta a mettersi in tasca un ciottolo durante una passeggiata? «Ma se lo vedessimo – precisa la pattuglia della Forestale – come minimo alla persona chiederemmo conto del suo comportamento. Ci capita invece molto sovente di pizzicare persone che asportano illegittimamente legna». Il precedente innescherà comunque una maggiore vigilanza, nella speranza che il fenomeno non si amplifichi. C’è anche da tenere presente che, pur rientrando nelle competenze del Demanio idrico e della Difesa regionale del Suolo, un fiume lungo e poderoso come l’Isonzo qua e là si compone anche di particelle catastali private. Se il prelievo fosse avvenuto lì, per l’anonimo piazzista di souvenir lapidei non ci sarebbero ipotesi di reato.
Sorride amaro anche Michele Tonzar, presidente di Legambiente Monfalcone. «Auspicabile una bella tirata d’orecchie per l’autore di questo gesto – commenta –. I problemi del territorio sono ben altri, ma sapere che qualcuno possa mercificare l’ambiente in questo modo mette tristezza. Le normative a riguardo sono chiare, per cui se vi saranno evidenze di reato andranno trattate nelle sedi opportune». —
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