LA “GATTARA” E IL RUOLO ATTRIBUITO DALLE LEGGI
È mancato Giorgio Cociani, un grandissimo amante degli animali, che dell’essere un “gattaro” ha fatto il suo impegno quotidiano oltre che una passione infinita. Ma cosa vuol dire essere “gattaro” o “gattara”?
Nell’enciclopedia Treccani (sarebbe stata più in tema la “Tregatti”!!) si legge: “gattaro s.m. (f. –a), region.– Per lo più al femm., persona affezionata ai gatti, che cura e nutre anche i gatti randagi”.
I gatti che vivono liberi sono a tutti gli effetti animali “randagi” e prendersene cura non è soltanto un atto d’amore, ma un obbligo in quanto alcuni articoli del Codice penale, integrati dalle leggi del 1991 e del 2004, prescrivono specifici comportamenti in loro tutela. Secondo le leggi nessun cittadino italiano può spostare i gatti dal luogo prescelto per vivere ed essi hanno il diritto ad essere curati e nutriti proprio in quel luogo. L’Azienda sanitaria e il Comune si devono far carico di provvedere gratuitamente alle cure e alla sterilizzazione dei gatti censiti in una colonia, e oggi ciò è possibile grazie all’applicazione dei microchip.
Una colonia felina deve essere innanzitutto censita rivolgendosi all’Ufficio zoofilo del comune di pertinenza: solo quando si è provveduto alla registrazione della colonia felina, le aziende sanitarie possono procedere regolarmente con i controlli. Una colonia all’inizio non è altro che la presenza stanziale di due o più gatti in una specifica zona: nel modulo si devono indicare i dati anagrafici della persona che fa la denuncia e che in quello stesso momento si assume la responsabilità della cura dei gatti a proprio nome. A questo punto il Comune provvederà ai controlli e se ci saranno le condizioni di idoneità verrà riconosciuta la colonia felina in questione e sarà rilasciato il tesserino di riconoscimento alla “gattara” che, da questo momento in poi, ne sarà referente.—
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