La Gdf sventa una truffa da 50 milioni

Carta straccia da 50 milioni di euro. Questo erano i 50 assegni circolari da un milione di euro ciascuno che una banda di truffatori ha cercato di depositare in una banca di Gorizia. A fermarli, denuncindo in stato di libertà otto persone per tentata truffa e falso in scrittura equiparata ad atto pubblico, sono stati gli uomini della Guardia di finanza isontina chiamati a intervenire dal personale dell’istituto di credito cittadino. A insospettire i dipendenti dello sportello bancario è stata l’inconsueta e rilevante operazione richiesta a valere sul conto corrente di un imprenditore d’oltre confine. Sulla carta, il denaro avrebbe dovuto essere utilizzato per realizzare un villaggio turistico sulle coste della Croazia, ma l’identità del fantomatico investitore era sconosciuta anche al titolare dello stesso conto corrente.
I 50 assegni circolari erano stati apparentemente emessi dalla Banca Popolare di Verona ed erano accompagnati da una falsa distinta di emissione munita di un sigillo di garanzia. Questo è risultato autentico, ma fuori corso. Il particolare non è passato inosservato all’occhio esperto del personale della filiale Deutsche Bank di piazza Municipio che, fiutata la truffa, ha immediatamente avvisato le Fiamme gialle e si è messo a disposizione del comando provinciale di via Diaz. Nel giro di 24 ore è partita l’indagine denominata “Waste paper”. A coordinarla è stato il sostitituto procuratore della Repubblica di Gorizia Enrico Pavone. Come primo passo è stata eseguita l’analisi del video di sorveglianza. Acquisito il filmato, il nucleo di polizia tributaria ha identificato il corriere. Una volta dato un nome al volto dell’uomo che in completo scuro e camicia rosa senza cravatta si era presentato in banca nel pomeriggio del 13 giugno scorso, le Fiamme gialle sono poi risalite, con pazienza, ai complici ricostruendo i molteplici passaggi di mano dei falsi assegni milionari che, prima di giungere in piazza Municipio, hanno fatto il giro del Paese. Da Trapani a Gorizia passando da Messina, Reggio Calabria, Roma, Ancona, Ravenna e Milano, l’operazione “Waste paper” si è diramata in tutta Italia allargandosi poi a Slovenia (Tolmino) e Croazia (Pola). Varia la tipologia sociale delle persone coinvolte. Oltre a un disoccupato, a un geometra, a un imprenditore immobiliare, a un pittore edile e un consulente aziendale, della banda facevano parte anche una professoressa universitaria, un promotore finanziario e l’ex console onorario di un Paese africano. Alcune risultano avere precedenti specifici, ma nessuna di esse sarebbe residente nell’Isontino.
Non è ancora chiaro se l’operazione immobiliare sulle coste croate fosse reale o solo fittizia. In ogni caso, tutti gli attori coinvolti sono stati denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria di Gorizia e tra le ipotesi di reato loro contestate ci sono anche la condotta aggravata dal potenziale rilevante danno patrimoniale e il concorso in commissione di reato. L’indagine, partita immediatamente dopo il deposito effettuato nel capoluogo isontino, ha richiesto diversi mesi di lavoro. I truffatori sono stati traditi da alcuni errori macroscopici come l’utilizzo dei sigilli di garanzia fuori corso, ma avevano comunque architettato un complesso sistema di difesa attivando una rete di depistaggi tesi a rendere credibile l’intera operazione finanziaria.
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