“La grande Trieste”, mostra da 280mila euro per 3 mesi

Sabato 7 febbraio s’inaugura l’esposizione autarchica in ritardo di qualche mese L’assessore Tassinari: «Quello è il costo normale di una rassegna in Pescheria»
Di Fabio Dorigo

Trieste torna grande? Per ora torna la grande Trieste in una grande mostra che verrà inaugurata sabato 7 febbraio alle 18 al Salone degli Incanti (ex Pescheria). La mostra “La grande Trieste 1891 – 1914. Ritratto di una città”, realizzata e promossa dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CrTrieste e delle Assicurazioni Generali, costerà la bellezza di 280mila euro. Il preventivo iniziale di 160 mila euro è lievitato strada facendo. Non male per una mostra fatta in economia quasi autarchica (gran parte dei materiali provengono dai musei civici e dalla Fototeca comunale) e che durerà lo spazio neppure di tre mesi (l’ex Pescheria è prenotata da maggio per l’Expo caffè della Illy in parallelo con Milano). In realtà l’inaugurazione era prevista per lo scorso autunno visto che la mostra, legata ai 25 anni che hanno preceduto la Grande Guerra, parla della Trieste dal 1891 (l’anno in cui perdette il privilegio di Punto Franco) e il 28 giugno 1914 (l’attentato di Sarajevo). In un articolo sul Piccolo Claudio Ernè aveva accennato alla mostra nell’aprile 2014 come un progetto in avanzato stadio della direttrice del Revoltella e dei Civici musei di storia e arte Maria Masau Dan. Troppo avanzato. Il Salone degli incanti, infatti, è rimasto vuoto dalla Barcolana in poi quando si tenne la coda del Salotto Vienna. Meglio tardi che mai. «Quello è il costo di una mostra in Pescheria. Non c’è altro da aggiungere. È un allestimento temporaneo» ripete l’assessore alla Cultura Paolo Tassinari.

«L’idea di questa mostra nasce alla fine del 2013 e considerato il poco tempo a disposizione, si è deciso di utilizzare per la mostra esclusivamente il patrimonio dei musei civici e delle biblioteche (...) Il filo conduttore sarà la documentazione fotografica proveniente dalla ricchissima Fototeca dei Musei civici di storia e arte» scrive nell’introduzione al progetto espositivo Masau Dan che condivide la responsabilità scientifica della mostra con Bianca Cuderi (Biblioteca civica)e Nicola Bressi (musei scientifici). Nei 280mila euro non è neppure compreso un catalogo vero e proprio. O meglio ci sarà un catalogo fai-da-te: una parete attrezzata con “catalogo a strappo”. Ogni visitatore potrà strappare dalla parete i fogli che gli interessano e riporli in una busta che riceverà al momento dell’acquisto del biglietto. Il costo maggiore della mostra è legato all’allestimento anche se, per risparmiare, vengono riciclate le teche espositive della Biblioteca civica di piazza Hortis. I 280mila euro, comunque, comprendono anche i costi di disallestimento. Difficilmente l’allestimento sarà riutilizzato visto l’ex Pescheria è destinata, dopo l’Expo Caffè, a dare asilo alla Biblioteca civica. I costi maggiori sono a carico del Comune. Era stato chiesto un contributo regionale di 70mila euro, risultato ammissibile ma non erogabile per esaurimento dei fondi. Così è stata attivato il prelievo dal fondo di riserva comunale di 50mila euro. Intanto è stata presentata una richiesta di altri 30mila euro alla Regione nell'ambito delle manifestazioni ed iniziative promozionali finanziate dalla Direzione attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali. Alla mostra contribuisce con 50mila euro la Fondazione CrTrieste. Nelle ripartizione delle spese ci sono quasi 16mila euro per la progettazione esecutiva dell'allestimento (Studio Waltritsch), 10mila euro per la progettazione grafica (Graphic Design), a 10mila per il servizio di organizzazione del materiale espositivo (Comunicarte), 6mila euro per le pubbliche affissioni (Esatto spa), 6mila per il servizio di ufficio stampa (Aps Comunicazione) e 4mila per il piano di sicurezza. Ovvero il costo, come si legge nel primo comunicato stampa, «di una passeggiata, che immerge il visitatore, attraverso un mix di fotografie e oggetti di valore nell'atmosfera della città negli anni precedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale, che per la Trieste austro-ungarica è coinciso, forse più che altrove, con il passaggio tra la città ottocentesca e la città moderna». Una grande Trieste “cara al cuore” e alle casse comunali.

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