La LETTERA - Contromano in superstrada. L’omicida invoca il perdono

La missiva inviata ai parenti dei due giovani morti nello schianto del giugno scorso
Lasorte Trieste 20/06/16 - Superstrada, Grande Viabilità, GVT, Incidente Mortale
Lasorte Trieste 20/06/16 - Superstrada, Grande Viabilità, GVT, Incidente Mortale

TRIESTE «Mi inchino davanti a voi e vi chiedo perdono». Lo scrive in una lettera inviata dal carcere ai familiari delle vittime Josif Jitaru Celestin, 34 anni, rumeno, che nella notte tra il 19 e il 20 giugno ha ucciso Luca Sussich e Valentina Gherlanz, dopo una folle corsa in contromano in superstrada.

La lettera, scritta in un italiano stentato, è stata consegnata dall’avvocato Andrea Cavazzini (che difende Josif Jitaru Celestin insieme ad Emanuele Sergo) ai legali di parte civile che assistono i familiari delle vittime, al pm Lucia Baldovin e al gip Guido Patriarchi. «E non è stata scritta per ottenere qualche beneficio - precisa Cavazzini -, ma solo per un desiderio di ravvedimento».

 

Contromano in autostrada, il duplice omicida invoca perdono in una lettera

 

«Sono il ragazzo dell’incidente - scrive nel messaggio il camionista -. Sto scontando una pena, che non so per quanto tempo durerà. Mi permetto di scrivervi per comunicarvi le mie più sincere scuse. Ho causato un dolore irrimediabile che vi ha fatto perdere una parte del vostro cuore. Ho causato danni ai quali non posso rimediare. Però - aggiunge Josif Jitaru Celestin -, non sono un assassino. Mi rendo conto di quello che state patendo per la perdita dei vostri cari. Perché anch’io ho una famiglia composta da una moglie e da due bambini: uno di undici anni e l’altro che non ha neanche un anno...».

Proprio il dolore causato ai suoi familiari, spiega ancora nella lettera il giovane romeno, lo ha aiutato a mettere a fuoco quello che sono costretti a sopportare i parenti di Valentina e Luca. «Sto pregando per voi e piango ogni volta che mi rendo conto di quello che ho fatto. Desidererei tanto incontrarvi. Anch’io ho subito gravi danni a causa di quell’incidente, ma non so cosa darei per poter scaricare su di me, e solo su di me, tutte le conseguenze di quello che è successo. Vorrei che la mia morte potesse far ritornare in vita i vostri cari. Non so quanto il mio dolore vi potrà aiutare - conclude -. Voglio solo scrivervi che mi inchino davanti a voi in ogni istante in cui voi provate dolore».

Trieste, contromano sulla Gvt: 2 morti, 4 feriti, uno gravissimo
Il terribile schianto sulla Gvt

Un dolore lancinante, che nessuno oggi proverebbe se quella maledetta notte di cinque mesi fa Josif Jitaru Celestin non si fosse messo alla guida della sua Golf, come si legge nel capo di imputazione, alla velocità di almeno 120 km/h, viaggiando in contromano. Il cittadino rumeno ha percorso infatti in senso inverso per circa 2,5 chilometri una strada a due corsie e unica direzione di marcia, non curandosi delle segnalazioni luminose e acustiche provenienti da altri automobilisti e non fermandosi all’alt intimato da una pattuglia della Finanza. Forse proprio per sfuggire al posto di blocco, l’uomo si è lanciato in una corsa scellerata, spegnendo momentaneamente le luci del veicolo per evitarne l’identificazione, e finendo poi per causare la morte di due persone e il ferimento di altre tre. Quella notte Celestin aveva un tasso alcolemico di 3,14 grammi per litro di sangue. Come se avesse bevuto una decina di birre. Da allora l’automobilista è in carcere con l’accusa di duplice omidicio stradale, lesioni gravi e guida in stato di ebrezza. Si trova dietro alle sbarre perché il Tribunale del Riesame a fine luglio ha revocato il provvedimento degli arresti domiciliari vista l’indisponibilità del braccialetto elettronico che avrebbe dovuto utilizzare per essere controllato.

Quanto ai tempi del processo, Josif Jitaru Celestin comparirà davanti al giudice Massimo Tomassini il prossimo 3 febbraio. Il gip Patriarchi, di fronte all’evidenza delle prove, ha infatti emesso nei giorni scorsi un decreto di giudizio immediato, in forza del quale è stata saltata l’udienza preliminare. 

Il papà di Luca: «Non voglio vederlo». La mamma di Vale: «Lui sa ciò che ha fatto»

Visto che a pensare male spesso ci si azzecca, non vorrei che questa fosse solo una mossa orchestrata ad arte in un momento chiave del processo». Matteo Sussich, padre di Luca, mette le mani avanti. La lettera scritta da Iosif Jitariu Celestin non lo convince del tutto. Anzi. La prima questione che non torna è la tempistica con cui è stata scritta e divulgata: «Sono passati cinque mesi da quel terribile incidente. Cinque mesi in cui quest’uomo è rimasto in silenzio. E proprio ora ci viene a chiedere perdono, a ridosso della fine del processo? Eravamo distanti e tali rimaniamo», aggiunge Sussich.
 
Il papà di Luca, che da qualche giorno sapeva dell’esistenza della lettera ma che non l’aveva letta sino a ieri, conferma inoltre il suo punto di vista sulla questione del perdono e dei sentimenti che prova verso colui il quale ha portato via la vita a suo figlio: «Sin dall’inizio ho detto che non porto rancore; sul perdono dico invece che non posso essere io a perdonare. Quello che è successo a me sarebbe potuto accadere a chiunque. Il destino ha voluto che in quell’auto, in quel momento, ci fosse mio figlio alla guida». C’è la possibilità che incontri Celestin? «No, meglio rimanere così come siamo rimasti in questi cinque mesi. Da parte mia non ho il desiderio di vederlo».
 
Di poche parole, anche se incisive, il commento rilasciato da Gabriella Senatore, la mamma di Valentina Gherlanz, che non era a conoscenza dell’esistenza della lettera di Celestin: «Io non ho niente da perdonare, lui sa quello che ha fatto, io anche lo so, e lo sanno tutti. Purtroppo niente e nessuno potrà ridare la vita a mia figlia, né la madre a due creature che sono rimaste orfane». La madre di Valentina aggiunge perentoria: «Quest’uomo dovrebbe guardare negli occhi i due figli di Valentina e dire loro la stessa cosa che ha scritto a noi». Migliore amico di Sussich nonché fidanzato della Gherlanz, Cristian Bacci ha le idee chiare sulle parole di Celestin: «Mi fa piacere che sia stata scritta questa lettera, anche se il ritardo è sospetto, e quindi sono dello stesso pensiero di Matteo Sussich. Evidentemente le tempistiche fanno pensare a qualcosa di mirato».
 
Bacci non serba rancore per Celestin: «Uno dei motivi per cui io e Luca andavamo così d’accordo è che non ci arrabbiavamo praticamente mai. Eravamo entrambi buoni di carattere, e quindi non riesco a essere arrabbiato con l’uomo che ha causato tutto questo dolore. Si sa che quando vai in automobile ci sono dei rischi». Ma Bacci non riesce comunque a perdonare: «No, non lo posso perdonare. Non doveva mettersi alla guida in quelle condizioni. Ha commesso un grandissimo errore e forse, almeno stando a quello che scrive nella lettera, se n’è finalmenreso conto». C’è qualche possibilità che l’ex fidanzato di Valentina incontri Celestin? «Onestamente non so che reazione avrei se lo dovessi vedere negli occhi. Sicuramente andrò in aula durante il processo, e immagino che li lo vedrò. Con tanta difficoltà ho accettato quello che è successo e sto cercando di superare la scomparsa di Valentina e Luca». 

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