La maga di Staranzano fra l’aldilà e il futuro ma “scorda” le fatture

STARANZANO. Le fatture, in questo caso bisogna proprio ammetterlo, non erano la sua specialità. Ma nella lettura dei tarocchi, per non parlare dell’attività di medium che per la modica cifra di 30 euro compiva il “miracolo” di ricongiungere inconsolabili vedove al caro estinto, veniva considerata impareggiabile. Tant’è che perfino da Udine, oltre che dal resto della Regione, le persone si precipitavano a Staranzano per un suo “consulto”. Peccato che la maga bisiaca non avesse fatto bene le previsioni sul proprio futuro: l’anomalo andirivieni di clienti ha catturato infatti l’attenzione dei finanzieri di Monfalcone che, dopo averla individuata e sottoposta a verifiche, le hanno contestato 160mila euro di ricavi non dichiarati e 35mila euro di Iva non versata. E pensare che al Fisco, l’indovina, comunicava poco più di 100 euro all’anno.
Tutt’un altro scenario, insomma, rispetto al roseo volume d’affari ricostruito dalle Fiamme gialle, presiedute dal comandante provinciale Giuseppe Antonio D’Angelo. La maga, una staranzanese che ha superato il mezzo secolo di vita, aveva perfino adibito un locale acconcio nella propria abitazione privata, dove soleva ricevere, con una certa continuità, fino a dieci clienti al giorno. E i clienti, perlopiù donne dai 40 anni in su, parevano piuttosto soddisfatti delle attività esoteriche lì ricevute. Lo confermano anche i militari. Se le predizioni dei tarocchi potevano forse consolare i single alla ricerca di un amore e gli accoppiati in odor di corna o ancora i disoccupati a caccia del primo impiego, le prestazioni della sensitiva che dichiarava di poter parlare coi defunti erano ancor più gettonate.
Svariate, secondo quanto reso noto dalla Gdf, le persone che avevano perduto un affetto e si rivolgevano alla staranzanese esperta dell’occulto per ottenere notizie su chi era passato a miglior vita. Persone in un frangente di fragilità emotiva, che per reagire a una dolorosa perdita, avevano imboccato questa strada. La durata di una seduta dalla maga variava a seconda delle prestazioni, ma poteva durare anche un’oretta. Nella sala della divinazione si potevano osservare i classici “arnesi” del mestiere: tavolino, tarocchi, candele e tutto l’occorrente per trovare l’ispirazione.
La tariffa, in ogni caso, era standard: 30 euro appunto, sia che si trattasse di una veloce lettura dei tarocchi sia che si dovesse rendere necessario un incontro ravvicinato con l’aldilà. Attraverso i numerosi appostamenti effettuati dai finanzieri, coordinati dal capitano Paolo Barresi, è da subito saltato all’occhio il notevole flusso di persone che entrava e usciva quotidianamente dalla casa di Staranzano. Un viavai tale da rendere altamente plausibile il buon andamento dell’esercizio dell’attività economica, confutando, pertanto, l’esigua dichiarazione dei redditi presentata annualmente.
Il successivo accesso della Gdf nell’abitazione della cittadina, debitamente autorizzato dalla Procura di Gorizia, ha così portato alla luce il locale dove venivano esercitate la lettura dei tarocchi e, soprattutto, l’attività di medium. Sulla scorta di tali incontrovertibili evidenze e con l’ausilio delle dichiarazioni fornite da gran parte della clientela, identificata e sentita negli atti, i militari hanno così provveduto a una puntuale ricostruzione del volume di affari, recuperando a tassazione complessivamente oltre 160mila euro di ricavi non dichiarati e 35mila di Iva non versata nelle casse dell’Erario.
L’attività dei militari si è inserita nell’ordinaria prevenzione posta a contrasto dell’abusivismo e dell’economia sommersa. Durante il monitoraggio dei canali commerciali locali, in particolare nell’ambito dei servizi prestati per il benessere psicofisico della persona, le Fiamme gialle avevano posto la lente di ingrandimento nei confronti delle attività esoteriche, categoria in particolare ascesa nel corso degli ultimi anni. Dalle notizie apprese sul territorio erano emerse alcune posizioni di dubbia legalità, dovute all’esercizio di tali professioni in case private, ipotizzando così dannosi fenomeni di concorrenza sleale. Non è servita la palla di vetro, alla Gdf, per arrivare alla maga.
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