La mamma: «Una grande gioia»
Il fratello Manlio: «Più emozione stavolta che per il titolo iridato del 2006»

Margherita Granbassi
TRIESTE La sorella Giovanna non ha avuto il coraggio di seguire la diretta televisiva, mamma Fini si è emozionata a pochi metri dalla pedana olimpica, papà Franco ha cercato invece di stemperare con filosofia la tensione. Il clan Granbassi ha partecipato in vario modo all’impresa di Margherita, ognuno con risposte diverse. Curiosa la scaramanzia della sorella Giovanna, indecisa se restare inchiodata al televisore o cercare distrazioni alternative.
«Alla fine ho optato per evitare la visione, ascoltando da lontano la cronaca. Troppa tensione, sia nella semifinale con la Vezzali che nella sfida con la Trillini - ha confessato Giovanna Granbassi -. È una medaglia che premia giustamente Margherita, meritava questo applauso per il lavoro degli ultimi anni e per i sacrifici fatti, anche dopo l'infortunio. Brava anche perché ha confermato le aspettative - ha aggiunto la sorella della fiorettista di bronzo -, insomma non ha deluso nessuno».
Nel clima di piena diretta, invece, la partecipazione di mamma Fini, volata con il marito a Pechino per seguire l'avventura di Margherita: «Felicità alle stelle - ha affermato dopo il successo nella finale per il terzo posto - anche se forse contro la Vezzali si è quasi accontentata, ritenendo cioè di non poter fare molto. Va comunque bene - ha aggiunto - è un risultato strepitoso. Credo inoltre ci sia stato più tifo per Margherita, che per la Vezzali».
«Mi sono emozionato più questa volta che per il titolo mondiale conquistato a Torino nel 2006 - ha raccontato Manlio Granbassi, il primo dei due fratelli, lui sì inchiodato davanti allo schermo -. È un terzo posto, ma che esprime un carattere eccezionale. Bellissima poi la sfida con la Trillini, una vera battaglia, apprezzabile anche da chi non comprende bene la scherma».
Da Trieste a Pechino. Il resto della famiglia Granbassi era sugli spalti dell'impianto che ha ospitato gli assalti del fioretto femminile. Se Manlio si è emozionato, il resto della rappresentanza maschile si è affidata invece alla filosofia: «Durante gli assalti mio padre Franco ci esortava a stare tranquilli - ha raccontato Francesco Granbassi - e ha ricordato che si tratta di uno sport e che se le cose fossero andate male non avremmo dovuto drammatizzare, le tragedie sono altre. Tutto è andato invece bene e si può solo festeggiare. È un bronzo che rispecchia i progressi di Margherita e il valore dell’intera scuola italiana di fioretto».
L'impresa di Margherita Granbassi e quella quasi contemporanea di Ilario Di Buò hanno fatto scattare messaggi anche dagli ambienti istituzionali. Primo tra tutti quello del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza: «Si tratta di risultati storici che regalano orgoglio all'intera città - ha reso noto Dipiazza -. Imprese che arrivano da parte di atleti che da anni si sacrificano ad altissimi livelli. Margherita Granbassi ha anche un merito ulteriore - ha aggiunto Roberto Dipiazza nelle sue note - quello di saper unire la sua bellezza alla bravura, riuscendo a convogliare degnamente il nome di Trieste in tutto il mondo».
Orgoglioso dei suoi atleti è anche l’assessore regionale allo sport, Elio de Anna. «Ancora una volta - ha affermato - gli sport che a torto vengono definiti minori rappresentano la forza della nostra regione e motivo di orgoglio e di successo per tutta Italia, facendo volare il nostro medagliere. Brava Margherita e bravo anche a Ilario - ha aggiunto De Anna -. In bocca al lupo invece a Daniele Molmenti, in attesa che domani (oggi, ndr) scenda in acqua e ci possa dare ancora una grande gioia e soddisfazione».
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