«La mia vita da 46 calorie»: quando il cibo è nemico L’anoressia per nove mesi, la dieta e la rinascita

«Assumevo soltanto 46kcal al giorno. Il cibo era il mio peggior nemico». È la voce di una ragazza che l’anoressia l’ha vissuta sulla propria pelle. Una brutta malattia di cui si sente di frequente tra i giovani, soprattutto tra le ragazze, e che consiste in una mancanza o una riduzione dell’appetito che può essere provocata da alcune patologie legate al cibo come la gastrite, l’intossicazione o qualche forma di tumore, ma che può manifestarsi anche sotto forma di malattia nervosa. Può essere molto pericolosa e portare fino alla morte.
Come racconta M.G. (useremo le iniziali per tutelare la sua privacy), una 22enne di Muggia che è stata anoressica per ben 9 mesi, all’età di 13 anni, per le persone affette da anoressia il cibo è il peggior nemico e va evitato a ogni costo. «Anche se all’epoca pesavo soltanto 48 chilogrammi – spiega infatti - quando mi guardavo allo specchio mi vedevo obesa». «L’aspetto più odioso - afferma - era la sensazione che il mio fisico lottasse contro di me e, proprio per questo, quando per il calo degli zuccheri svenivo, mi arrabbiavo moltissimo». Nel suo caso la malattia è iniziata come una normale dieta, però man mano che i giorni passavano la sua ossessione aveva iniziato a prendere il controllo di tutte le sue azioni. Mesi non facili in cui «il mondo mi faceva schifo. Nessuno era in grado di capirmi, neanche i miei genitori, che mi obbligavano a mangiare. Ero sola, con il mio diario». Ed era proprio su quel taccuino che, ossessivamente, faceva in continuazione il calcolo di calorie, dato che il suo obiettivo giornaliero era proprio quello di abbassare l’apporto di cibo. E così arrivò a soltanto 46kcal al giorno. «Il periodo peggiore – aggiunge - fu quando andai da un nutrizionista». Lei stessa conferma che il primo mese di dieta era stato «un incubo», proprio per via del peso. Dato che era obbligata a mangiare, i numeri sulla bilancia salivano, la sua mente non lo accettava e per questo aveva frequenti attacchi di panico. Sono passati 10 anni da allora ma tutt’ora, ammette, «non ho un buon rapporto con il cibo». M.G. è passata da un estremo all’altro, ingrassando in due anni di 50 chili. È guarita quindi? «Non posso dire che la malattia non sia più presente nella mia vita – conclude -: alcune conseguenze sono ravvisabili tutt’oggi». M.G. oltre tutto ha scoperto che la produzione dell’insulina nel suo corpo era a livelli estremi e le è stata diagnosticata un’insulino-resistenza che è una conseguenza del passato disturbo alimentare. Dal 2012 deve perciò ricorrere a un farmaco che regolarizza la produzione di questo ormone.
Eva Frandolic
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