La morte di Giulio, un anno fa la scoperta

TRIESTE. Il corpo senza vita di Giulio Regeni venne trovato esattamente un anno fa al margine di un’autostrada del Cairo.
Tra ritardi, omissioni e tentativi di depistaggio, non sono bastati 365 giorni per fare luce sull’omicidio del giovane ricercatore di Fiumicello torturato a morte in Egitto, ma Giulio Regeni era un costruttore di pace e per lanciare un messaggio positivo in un giorno che non può certo essere considerato di festa, oggi alle 15 alla Camera dei Deputati è stata avviata una sottoscrizione per creare una borsa di studio intitolata alla memoria del 28enne friulano.
L’obiettivo è permettere a un giovane egiziano di studiare al Collegio del Mondo Unito di Duino. A promuovere l’iniziativa sono due amici di Giulio: Federico Toracchi e Lorenzo Bartolucci. «È un gesto che manda un messaggio in controtendenza rispetto all’odio - ha spiegato Toracchi -. Giulio voleva migliorare la vita delle persone e la borsa potrà cambiare la vita di un adolescente egiziano».
All’incontro a Montecitorio, intitolato “Verità, memoria e speranza per Giulio, sono intervenuti Gianfranco Facco Bonetti, presidente del Collegio del Mondo unito dell’Adriatico, l’onorevole Lia Quartapelle, l’assessore regionale Loredana Panariti e la giornalista egiziana Lina Attalah.
Per ricordare Giulio, all’Università di Cambridge gli amici hanno organizzato un concerto, mentre alla London School of Economics si è tenuto un convegno. A Milano la Fondazione “Feltrinelli” proporrà invece una lettura pubblica collettiva. Dalle 18.30 nel corso del reading “Voices: Libertà è Ricerca” verranno proposti dei testi scelti per la loro forza evocativa. Studenti, ricercatori e docenti hanno avuto la possibilità di candidarsi come lettori segnalando brani che, secondo loro, esemplificano il valore della libertà di ricerca e della difesa dei diritti dei più deboli.
Prima della lettura dei testi di John Stuart Mill, Norberto Bobbio e molti altri, la scienziata e senatrice Elena Cattaneo e il filosofo Salvatore Veca rifletteranno sul valore della ricerca come bene primario da difendere e promuovere.
«A un anno dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni - spiega Massimiliano Tarantino, segretario generale della Fondazione - crediamo sia un nostro dovere unirci non solo nel ricordo dei fatti che hanno coinvolto un nostro collega, ma soprattutto nel lanciare un messaggio di vicinanza alla famiglia e di promozione della riflessione sulla indispensabilità della ricerca libera e indipendente come base del nostro e dell’altrui futuro».
Ieri sera, intanto, Giulio è stato ricordato anche nel suo paese natale, Fiumicello, nel corso di una messa officiata da don Luigi Fontanot. Il parroco ha spiegato che il 2 febbraio 2016 non era stato ancora trovato il corpo del ricercatore e in quell’occasione fu acceso un cero che potesse rappresentare una luce di speranza. Ieri quel rito è stato ripetuto, in memoria di Giulio, con l’accensione di un cero davanti all’immagine di Cristo.
Il ritrovamento del corpo di Regeni era coinciso con la visita al Cairo dell’allora ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi. La notizia della sua morte aveva però spinto l’ambasciatore italiano Maurizio Massari a sospendere la cena con i 250 ospiti pronti a stringere accordi economici internazionali.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo