La neve ha nascosto i segni del Cai. «Ci sembrava alla nostra portata» Coppia bloccata in montagna

la storia
«Abbiamo imparato che non ci si deve fidare delle recensioni online. Ne avevamo lette diverse e il sentiero era indicato di media difficoltà. Ci sembrava alla nostra portata, così lo abbiamo sottovalutato». A parlare è uno dei due ragazzi residenti a Gorizia soccorsi mercoledì sera sul Monte Musi, nelle Prealpi Giulie. Si tratta di un ragazzo di 31 anni, rimasto bloccato nella neve con la compagna trentatreenne.
I due compagni di escursione si erano attrezzati per andare a dormire al bivacco “Dino Brollo” con cibo, sacco a pelo e fornelletto per cucinare ma, poco prima di arrivare al bivacco, sono usciti dal sentiero finendo in una faggeta su terreno innevato e senza più riuscire a progredire. I giovani non avevano con sé i ramponi e, disorientati, si sono bloccati chiamando ad un certo punto i soccorsi.
I soccorritori, sei tecnici della stazione di Udine-Gemona assieme ad altri della Guardia di Finanza, hanno impiegato un’ora e mezza per raggiungerli, superando più di 700 metri di dislivello fino a quota 1.450 e dovendo ad un certo punto calzare ramponi e impugnare la piccozza per progredire in sicurezza nella neve. Li hanno sentiti alle 21, arrivando lungo il sentiero sopra di loro e avvistando le luci delle loro torce frontali. Si sono calati nella faggeta con l’aiuto delle corde, hanno fatto calzare loro ramponi e imbracatura e li hanno legati per assicurarne la risalita.
Una volta riportati sul sentiero hanno iniziato insieme e con cautela la discesa, facendo affrontare ai giovani i tratti più ripidi nuovamente con l’assicurazione della corda per evitare scivolate accidentali dettate dalla stanchezza e arrivando alle auto dopo 4 ore.
Il giorno dopo, chiedendo l’anonimato, a ricordare quei momenti è lui. «Siamo arrivati in sella ma non vedevano più i segnali del Cai, quindi abbiamo deciso di tornare indietro, ma era troppo ripido e ci siamo fermati e abbiamo chiesto aiuto. Nell’attesa ci siamo scaldati con il fornello da campo. Per il bivacco eravamo attrezzati, ma il problema è che non avevamo i ramponi e la neve aveva coperto i segni del Cai. Andiamo spesso a camminare in montagna, ma c’è sempre da imparare e dobbiamo ringraziare pubblicamente il Soccorso alpino, la Guardia di finanza e il Cai. Sono stati tutti bravissimi». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo