La nonnina di Duino Aurisina: che tristezza, il paese è un dormitorio

DUINO AURISINA
Una cittadina molto diversa, piena di vita, con bar, negozi e giovani che la animavano. I ricordi non sono per nulla sbiaditi, anzi, tornano incombenti nella mente di Marta Godinic, 99 anni lo scorso mercoledì. Una memoria da invidiare «c'erano almeno una trentina di attività nel comune, ora siamo diventati un dormitorio». Abita da sempre in queste zone, è la sua casa, due guerre mondiali, americani, neozelandesi Marta ha vissuto tutte le tappe fondamentali di Trieste. Quello che più colpisce è sicuramente il suo spirito e ciò che rimpiange di quelli anni «quando ero giovane era impensabile uscire di casa trasandati, ci vestivamo a festa, noi ragazze abusavamo moltissimo del trucco, erano dei rituali, oggi si è perso tutto, ai giovani ma anche agli adulti sembra che non interessi più apparire in ordine». A proposito di apparire, la signora, accogliendomi alla porta si secca molto di non essere stata avvisata per tempo «mi infastidisce non poter prepararmi e presentare la casa come si deve». Ma il piccolo appartamento è in perfette condizioni, ben tenuto e pulito, Marta vive da sola, senza figli o marito, qualche vicino si preoccupa di darle una mano e farle visita quotidianamente ma dalle istituzioni il vuoto. Di certo la signora Marta non è di quelle persone che chiedono aiuto, ma non sono molti i centenari a Duino Aurisina e sicuramente il comune, attraverso l'anagrafe, ha tutti i mezzi e gli strumenti per verificare. Chiacchierando un po' si capisce quanto siano importanti ad una certa età le piccole cose, i gesti rituali. «Hanno chiuso anche l'ultima merceria che era rimasta in paese - racconta rassegnata - mi divertivo ad entrare in negozio, scegliere i materiali che mi servivano e intanto passavo il tempo». Ora invece l'ultima volta che la signora Marta è uscita di casa è stato per andare Trieste per una visita medica. E' sparita quella dimensione familiare e quotidiana che permetteva, anche alle persone anziane, di viversi la giornata in compagnia, trascorrendo le ore con altre persone attivamente. Meno male che lo spirito a Marta non manca . «Ricordo molto bene i ragazzotti neozelandesi che incontravamo quando andavamo al moletto qui a Duino, avevano tutti questi denti bianchi, dopo abbiamo scoperto che portavano dentiere!» La storia è lunga «agli austriaci bastava che tu pagassi le tasse e fossi in ordine, non avevano questa fissa della lingua come Mussolini, ognuno poteva parlare come voleva». Pochi attimi di conversazione con lei bastano per capire quanto preziose sono le testimonianze di chi i fatti della storia gli ha vissuti e non studiati . I racconti sono semplici, freschi. La preoccupazione, spesso, degli anziani è quella di annoiare i giovani, ma parlando con la signora Marta viene da pensare, che quando non ci saranno più i centenari perderemo inimitabili e personalissimi frammenti del passato, che solo loro custodiscono e che dopo di loro cesseranno di essere tramandati.
Cristina Polselli
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