La pianificazione urbanistica di Gorizia nel Terzo millennio

Divenuto obsoleto il Prg di Roberto Costa del 1978, per la Gorizia che si avviava al Terzo millennio nel luglio del 1996 viene affidato l’incarico di una nuova pianificazione al celebre Studio...

Divenuto obsoleto il Prg di Roberto Costa del 1978, per la Gorizia che si avviava al Terzo millennio nel luglio del 1996 viene affidato l’incarico di una nuova pianificazione al celebre Studio Gregotti Associati di Milano.

Il nuovo piano, approvato dal Consiglio comunale nell’ottobre 1999, venne incredibilmente presentato in anteprima alle categoria economiche, ancorché di norma dovesse rimanere riservato per evitare fenomeni speculativi. Rispetto a quello precedente detto dei “francobolli” per la fin troppo frammentata zonizzazione rappresentata con differenti cromatismi, il nuovo piano si contraddistingue per una struttura più robusta e per alcune novità, come la salvaguardia degli edifici storici del “Patrimonio della città”, in particolare i villini e le quinte del corso che prima si potevano demolire e sostituire con nuovi edifici.

Altri punti di forza il Parco residenziale di zona Montesanto, già vincolata ad attività agricole, il Parco degli affari alla Casa Rossa, il Parco delle grandi attrezzature di via Terza Armata in connessione con la stazione confinaria di Sant’Andrea, da riconfigurare. Vengono poi individuati altri obiettivi strategici di carattere ambientale e paesaggistico, come la valorizzazione dei colli transfrontalieri, Castello, Castagnavizza e Panoviz, della Valletta del Corno e delle sponde dell’Isonzo, mentre poche sono le novità viabilistiche, a parte una rotonda a meta di via Terza Armata.

In un opuscolo del maggio 2001 l’amministrazione comunale presentava il nuovo piano finalizzato a «una città che sa valorizzare la propria storia e vuole essere protagonista del proprio futuro. È questa la Gorizia che si vuole proiettare nel Terzo millennio ed è questa la Gorizia che si è cercato di “disegnare” nel nuovo Piano regolatore generale (...) la nostra città è alle soglie di una grande svolta perché quel confine chiuso che ha “segnato”, anche economicamente, la vita della comunità negli ultimi 50 anni non ci sarà più: una vera rivoluzione, anche culturale. Che ci impone di guardare al futuro con uno spirito completamente diverso rispetto al passato, per riuscire a cogliere appieno le nuove opportunità che ci stanno di fronte».

In vigore dal 18 ottobre 2001, malgrado tre amministrazioni di opposti schieramenti trascorse, il piano Gregotti ha sostanzialmente fallito tutti i suoi obiettivi. Nessuno dei Parchi è decollato, alcuna valorizzazione paesaggistica ha visto luce, nemmeno la rotonda su via Terza Armata si è fatta e le strutture confinarie sono ancora in cerca d’identità.

Caduto il confine Gorizia e Nova Gorica sono divenute un unico agglomerato urbano, che però ciascuna amministrazione ha continuato a gestire in modo “impermeabile”, come se il confine fosse ancora esistente e non ci fosse invece la necessità di quella indispensabile relazione che per avere successo deve diventare un concerto attivamente transfrontaliero.

La questione è ormai impellente. Trascorsi 18 anni il piano non è più attuale e l’obiettivo diventa un nuovo Prg condiviso oltrefrontiera, al quale dovrebbe poi seguire un nuovo piano del traffico a sostituire quello del 2005 pure superato, per interconnettere finalmente in modo efficace la viabilità transfrontaliera che comunque si svolge ogni giorno, pur anche attraverso disordinati percorsi casuali non governati.

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