La Pipistrel avvia l’attesa produzione degli aerei Panthera Al lavoro 39 addetti

Il legale della società Terpin: «Il mercato risponde bene però pesano le incertezze sul futuro dell’aeroporto»
Bumbaca Gorizia 12.02.2018 Minisitro Poletti alla Pipistrel © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.02.2018 Minisitro Poletti alla Pipistrel © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Francesco Fain

Lavora a pieno regime e ha iniziato finalmente a produrre il modello Panthera, lo scopo per cui era stato costruito lo stabilimento di Gorizia.

La “Pipistrel”, nonostante il lockdown e nonostante non sia stata ancora fatta perfetta chiarezza su quale sarà il futuro dell’aeroporto Duca d’Aosta, va avanti per la sua strada. Sino a ieri, nella fabbrica di via Trieste venivano assemblati altri modelli prodotti dall’azienda italo-slovena, non ancora il Panthera, il fiore all’occhiello. Oggi, invece, si può dire che lo stabilimento goriziano è andato a regime.

A portare la lieta novella Damijan Terpin, avvocato della Pipistrel. «Pipistrel sta lavorando all’interno del primo capannone ed è iniziata la produzione dei Panthera per uso privato». Cosa significa questa distinzione? «La procedura di certificazione per la vendita ad uso commerciale sta andando avanti, ma è arrivata al punto che si può vendere l’aeroplano a livello privato. Significa che non si può ancora utilizzare come aerotaxi o per conto terzi ma per uso esclusivamente privato sì».

Il Panthera, ricordiamolo, è un fast cruiser quadriposto ad alte prestazioni. Tre le versioni in programma: un modello ad alimentazione convenzionale, uno ibrido e uno elettrico. «Il mercato – spiega ancora Terpin – risponde molto bene. Questa tipologia di aereo piace parecchio. A Gorizia lavorano attualmente 39 persone. Prima, assemblavano modelli quali i Sinus e i Taurus, aerei a due posti. Poi, si erano concentrati sul mezzo a propulsione elettrica destinato alle scuole di pilotaggio e molto apprezzato in campo internazionale. Ora, si produce anche il Panthera. Durante il lockdown – aggiunge Damijan Terpin – erano rimasti bloccati per un paio di giorni. Poi, sono riuscito a fare chiarezza e la situazione si è sbloccata: la Pipistrel rientrava nella cerchia delle categorie “libere” e senza restrizioni: hanno avuto l’autorizzazione e hanno potuto così riprendere, praticamente da subito, la produzione».

Ma che ne è del secondo capannone, quello che doveva cementare la presenza di Pipistrel a Gorizia portando anche a un ampliamento (da tutti auspicato) dei posti di lavoro? «L’azienda aveva rinunciato al contributo della Camera di commercio. Ma, a quanto mi risulta, stanno andando avanti con i lavori - spiega ancora Terpin -. Certo è che la continua insicurezza che aleggia sull’aeroporto e sul suo futuro non aiuta per nulla». Ma, aggiungiamo noi, è un vecchio discorso. Vecchissimo.

Dunque, starebbero andando avanti i lavori di realizzazione del secondo capannone da 4 mila metri quadrati con un investimento da 3,2 milioni. Sorgerà a 20 metri da quello già realizzato e, quando sarà concluso, al suo interno verranno costruiti i velivoli: non solo i Panthera ma anche altri modelli da assemblare e spedire, poi, in tutto il mondo. «Per il momento, all’interno dello stabilimento già funzionante, si stanno assemblando 15/17 aeroplani al mese destinati all’aeronautica militate indiana. L’ordine – ha spiegato di recente il sindaco Rodolfo Ziberna, molto interessato allo sviluppo dell’aeroporto – è di diverse centinaia di aerei». Posti di lavoro? «La proprietà ha sempre detto di essersi impegnata a portare, una volta arrivati a regime, 200 posti di lavoro, con i due capannoni attivi. Gorizia è strategica, tant’è che lo stesso proprietario della Pipistrel, nel passato, ha sostenuto che gli imprenditori sloveni sono attratti da Paesi nei quali la tassazione per la distribuzione di dividendi e profitti è meno gravosa, come ad esempio Austria o Italia». –

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