La politica si divide sulla mozione che “scomunica” gli storici sulle foibe

Camber rivendica il testo: «Mattarella dice le stesse cose». Fdi ed esuli a sostegno. Il dem Cosolini: «Arbitrio da evitare»
Il consigliore regionale Piero Camber, firmatario della mozione contro il Vademecum "riduzionista"
Il consigliore regionale Piero Camber, firmatario della mozione contro il Vademecum "riduzionista"

Foibe, Mattarella nel Giorno del ricordo: "Totalitarismi del '900: ideologie diverse, metodi simili"

TRIESTE La “scomunica” comminata dal Consiglio regionale al Vademecum dell’Irsrec Fvg (Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) continua a far discutere: mentre il mondo della cultura insorge contro l’etichetta di «riduzionismo» applicata al professor Raoul Pupo, uno dei più eminenti studiosi della materia, la politica e l’associazionismo esule prendono posizione.

Foibe, il Consiglio “scomunica” il Vademecum degli storici
Lo storico Raoul Pupo


Se l’Unione degli istriani, la Fondazione Rustia Traine e FdI sostengono la mozione, rivendicata anche dal suo autore Piero Camber (Fi), il Partito democratico spiega la scelta di non partecipare al voto. E mentre l’Anpi nazionale condanna con forza l’iniziativa, il collettivo di ricerca Nicoletta Bourbaki, rinfaccia a Pupo di aver aperto il gioco dei “negazionismi”, finendone poi vittima. Camber difende il proprio operato richiamandosi all’ultimo discorso del Quirinale in materia: «È stato il Presidente Mattarella, riferendosi alle Foibe e all’Esodo, a parlare di “una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica” che non è stata “una ritorsione eccessiva contro i torti del fascismo, come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare”, ma pulizia etnica».

Un concetto, quello di “pulizia etnica”, su cui la comunità storica è molto più cauta delle realtà politiche ed istituzionali, e che anche nel Vademecum viene problematizzata. Conclude Camber: «A chi, da sempre schierato, ha elaborato un Vademecum per negare che le Foibe sono state un genocidio (...) va tolto ogni supporto, patrocinio, sostegno, contributo, riconoscimento, accreditamento».

Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Claudio Giacomelli: «Mi pare che la polemica si sia scatenata su una premessa in cui si cita anche il Vademecum. La parte portante della mozione, però, è l’impegno per la giunta, ovvero quello di non dare più sostegno pubbliche a chi dà letture negazioniste delle foibe. Questo è il punto fondamentale, mentre le premesse mi paiono secondarie». Il presidente dell’Unione degli Istriani Massimiliano Lacota commenta invece: «Io riconosco il valore del lavoro di Pupo, studioso che si è occupato in maniera egregia dell’argomento. Ma non posso non stigmatizzare la sua risposta a quanto fatto». Secondo Lacota «il succo della mozione non censura nulla: ognuno può sostenere le tesi che vuole, solo non si aspetti il sostegno degli enti pubblici della Regione, tutto qui». Conclude Lacota: «Quanto al Vademecum dell’Irsrec, può essere una buona base, ma mancano degli elementi fondamentali». Infuocato come al solito l’intervento di Renzo de’ Vidovich della Fondazione Rustia Traine, che auspica l’eliminazione dei finanziamenti all’Irsrec.

Il consigliere regionale dem Roberto Cosolini spiega la posizione del suo partito: «Non abbiamo voluto partecipare alla strumentalizzazione. In aula ho dato un giudizio pesantissimo sul testi. Dietro all’espressione “riduzionismo” si nasconde un possibile potere arbitrario della politica sugli storici. Se il “negazionismo” è un concetto chiaro, il “riduzionismo” è mutevole a seconda del partito di governo. Il parametro oggettivo dovrebbe essere il lavoro di lunga data degli storici, non può essere soggetto agli umori della politica. Così come non può essere un film come Red Land, pure basato su fatti storici. Una lettura ampia e contestuale degli eventi non può esser tacciata di riduzionismo». Così il consigliere comunale Pd Giovanni Barbo: «Quando una persona che fa politica entra a gamba tesa e nel dettaglio su questioni che sono oggetto di studio lungo ed accurato la probabilità di dire sciocchezze è alta e il rischio di un approccio ideologico e censorio è dietro l’angolo». —


 

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