La presidenza della Swg da Weber a Pessato

TRIESTE. «When we were kings», annota Roberto Weber , già presidente della Swg , ai margini di una foto che ne ritrae passati splendori come praticante dell’atletica nel sito web della società di ricerche di mercato, soprattutto elettorali. Da adesso, da subito, potrà affiancarla con un’eventuale immagine di qualche seduta del consiglio di amministrazione.
Puro passato, sia pur recentissimo. Perchè Weber, nella Swg, sua creatura a tutti gli effetti, non c’è più. Per motivi «personali e professionali» si è dimesso davanti al cda dello scorso 2 agosto e, si sa, il solleone e le ferie non sono il miglior viatico per la diffusione delle notizie. Lo si è appreso adesso, non senza un certo stupore.
Dei tre amici al bar che nel 1981, piccoli miracoli triestini e guai se non ce ne fossero più, fecero di un’idea una realtà tra le più corpose nel mondo delle indagini statistiche, anzi, meglio, demoscopiche, era l’unico sopravvissuto. E anche se conforta sapere che sarà un altro concittadino, Maurizio Pessato, a sostituirlo nel ruolo, la scelta non può che aprire una quintalata di interrogativi .
Sulla triestinità della società, in primis, visto che ora risulta in mano alla Mowgli (60,22%) di Adrio De Carolis, Fabio Tacciaria e Cristina Salami, alla finanziaria regionale Friulia (30%) e ad altri piccoli azionisti, tra cui lo stesso Weber (3,52%). La delocalizzazione, di per sè, è già facile, quella di una realtà che lavora prevalentemente con un call-center, quasi puerile.
Non è un caso che, pur nell’ottica di una ristrutturazione pesante, l’anno scorso sia stata riaperta la sede di Milano, rivisto il rapporto con i dipendenti sulle incentivazioni, ridotte spese e consulenze, pagati i sospesi con il Fisco e introdotti 1,5 milioni di denaro fresco. Senza dimenticarsi la trasformazione della società in spa.
Passi dovuti, per carità. Hanno permesso, tra l’altro, di varare un bilancio 2012 con un fatturato in crescita del 10,9% a 5,1 milioni, anche se resta sempre la zavorra di 338mila euro di perdita da sommare a 1,23 milioni di oneri e poste straordinarie. Per la Swg, forse il passaggio da un’era più naif a un’ottica di mercato. Ma il problema è: dove? (f.b.)
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