La primavera del Fai nel fine settimana a Trieste con tre tappe tra scienza e Università
Presentate le iniziative al Caffè San Marco: la delegazione triestina
ha scelto castello Basevi, villa Bazzoni e la sede centrale dell’ateneo

TRIESTE Scienza e Università: è il binomio su cui punta il Fai triestino per le abituali giornate di primavera, che occuperanno la scena culturale regionale sabato 23 e domenica 24.
Gli appuntamenti sono stati presentati lunedì mattina al caffè San Marco: i luoghi scelti sono l’Osservatorio astronomico ospitato a castello Basevi, la vicina villa Bazzoni ove opera il dipartimento di fisica dell’Università, la sede centrale dell’Ateneo compresa la pinacoteca del rettorato.
Visite senza prenotazione nella fascia oraria che va dalle 10 alle 18, giovani “ciceroni” saranno forniti dal liceo Petrarca e dall’istituto da Vinci-Carli-Sandrinelli. Alle 16 di sabato e domenica i ragazzi dello Ziga Zois provvederanno all’illustrazione in sloveno.
Castello Basevi si trova in via Tiepolo ed è ben visibile da via Segantini: venne disegnato da Eugenio Geiringer (lo stesso di palazzo Stratti e dell’attuale hotel duchi d’Aosta, oltre che della tramvia di Opicina) a fine Ottocento in un pittoresco incrocio eclettico tra castello medievale, elementi gotici e tardo-barocchi. Passò di mano tra le famiglie Basevi, Panfili e Ferluga. Nel 1944 venne danneggiato da un bombardamento alleato e recuperato tra il 1947 e il ’52.
Poco distante villa Bazzoni, voluta da una famiglia lombarda che commissionò il progetto all’architetto cividalese Giovanni Battista de’ Puppi. Disegno e costruzione si rincorrono tra il 1836 e il ’37. Stile neoclassico con aggiunte di cui si occupò nel primo ventennio del ’900 Giorgio Zaninovich. La circonda un ampio parco.
Il centenario dell’Università triestina è il motivo forte che ha inserito il grande edificio di piazzale Europa nel triangolo del programma. Scalone d’onore, aula magna, la rassegna di opere d’arte in rettorato (molte collegate alla mostra del ’53 per dare un forte indirizzo nazionale in una Trieste ancora sotto il Gma) saranno alcuni degli spazi visitabili all’interno della costruzione ideata negli anni Trenta dal fiorentino Raffaello Fagnoni e dal triestino Umberto Nordio. Prima pietra nel 1938, inaugurazione nel 1950. Esposizioni dedicate a Gaetano Kanizsa e a Sblad (panorama artistico contemporaneo).
A presentare le iniziative Eugenia Fenzi, Tiziana Sandrinelli, Marina Mai, Giuliano Merola per il Fai; il rettore dell’Università Roberto Di Lenarda; Giulia Iafrate per Inaf (osservatorio astronomico).
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