La Procura: "Ospizio Marinoinchiesta di portata storica”

"L’indagine sul crac della Fondazione Ospizio marino di Grado è la più ampia mai condotta dalla Procura della Repubblica di Gorizia", seconda solo a quella che ha portato al maxiprocesso per le morti da amianto. Sono parole del capo della Procura isontina, Caterina Ajello. La Procura ha anche nominato un super-esperto: un commercialista di alta esperienza, "non riconducibile al territorio del Goriziano", precisa Ajello
GORIZIA
Dopo l’istruzione del maxi-processo per le morti da amianto «quella sul crac della Fondazione Ospizio Marino di Grado è l’indagine più ampia e complessa mai condotta dalla Procura della Repubblica di Gorizia». Parole del capo della Procura, Caterina Ajello. Nell’indagine sono impegnati tre magistrati, oltre ad Ajello, ci sono i sostituti Leghissa, Bossi e Pavone.


Il pool di polizia giudiziaria è composto da carabinieri e agenti della Guardia di finanza. Ma la Procura ha anche nominato un super-esperto: si tratta di un commercialista di alta esperienza, «non riconducibile al territorio del Goriziano», precisa Ajello.


I DOCUMENTI
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«Stiamo analizzando migliaia di documenti - spiega Ajello - già raccolti e molti altri saranno reperiti nei prossimi giorni». Fino a questo momento la Procura smentisce l’invio di avvisi di garanzia a soggetti coinvolti nei crac Fondazione, clinica Sant’Eufemia e Hotel Rialto. Crac riconducibili quasi sempre alle stesse persone, a cominciare dall’ex presidente della Fondazione Rudy Medeot, e agli ex componenti del Cda Roberto Marin e Massimo Vosca, onnipresenti nelle società protagoniste della vicenda. Al centro dell’inchiesta è la Fondazione e i suoi rapporti con enti pubblici e privati.


I FLUSSI DI DENARO.
L’obiettivo dell’indagine giudiziaria è ricostruire i flussi di denaro. Si cerca di capire che fine hanno fatto i contributi regionali e i finanziamenti assicurati da banche private. Dove sono finiti milioni di euro a cominciare dai 28 del debito accumulato dalla Fondazione prima del commissariamento del 2009? Qualcuno si è arricchito indebitamente? Sono state pagate tangenti ad amministratori pubblici?


L’AVVIO DELL’INDAGINE.
Due i fronti principali da cui si sono sviluppate le indagini. Il primo si riferisce alla clinica Sant’Eufemia, messa in liquidazione in seguito al mancato accreditamento per la convenzione delle cure con la Regione. Chi aveva promesso che la Regione avrebbe firmato la convenzione? Chi ha autorizzato l’acquisto di strumentazioni mediche per milioni di euro rimaste inutilizzate e pagate quasi a prezzo intero quando la prassi è ottenere uno sconto del 30-40%?


È il crac della Sant’Eufemia a trascinare nel baratro la Fondazione, che a sua volta aveva dirottato sulla clinica i contributi ricevuti per adeguare l’Ospizio Marino. L’altra fonte dell’indagine è il sequestro dell’Ospizio Marino deciso dai Nas l’estate scorsa. Ma a originare l’indagine sarebbe anche una serie di esposti giunti in Procura già negli anni scorsi. Della pesante situazione della Fondazione Ospizio erano in molti a sapere.


LA VERITÀ DI MARIN.
Tra quanti sapevano e sanno molte cose dei crac Ospizio, Sant’Eufemia e Hotel Rialto è il consigliere regionale del Pdl, Roberto Marin. Il quale oggi terrà una conferenza stampa in Regione e un incontro pubblico a Grado per svelare la ”sua verità”.


IL FUTURO.
Tra 48 ore si saprà intanto quante e quali sono le società in corsa per l’acquisto dell’Istituto Barellai di Grado (Ospizio Marino) chiuso dopo l’intervento dei Nas. Negli auspici del personale e dell’assessore regionale alla Sanità Kosic, la situazione si sarebbe potuta sanare nel giro di qualche giorno. Ma il successivo sequestro da parte del Tribunale di Gorizia di fatto impedì qualsiasi soluzione immediata.


Domani scadrà il termine per l’acquisizione delle manifestazioni d’interesse. Che, sembra, ci siano già state. Al momento il riserbo è assoluto. Da quanto è trapelato si tratterebbe di società operanti nel campo della sanità privata, forse alcune di quelle che, già in passato, avevano manifestato disponibilità a subentrare nella gestione dell’Ospizio. Stando a indiscrezioni, il valore dato al Barellai dai periti sarebbe superiore ai 10 milioni di euro.


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