La Regione archivia l’inceneritore anche se l’impianto è stato spostato

Non è superato il problema della distanza dal centro abitato  Il direttore Cernic: «Lavoreremo alla modifica del progetto»



Si è chiuso con l’archiviazione definitiva il procedimento amministrativo in ordine al Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) relativo all’impianto per l’incenerimento di rifiuti liquidi, progettato da Nord Composites Italia Srl, situata in via Timavo, nella zona industriale del Lisert. Lo ha comunicato la Regione Fvg, attraverso il Servizio centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, alla scadenza dei 10 giorni assegnati ai fini della presentazione delle osservazioni da parte dell’azienda. Osservazioni che Nord Composites aveva inoltrato ben prima del termine fissato, proponendo lo spostamento dell’impianto di altri 100 metri portando ad oltre 500 la distanza rispetto alle abitazioni ex Solvay, rientranti nel centro abitato. In linea quindi con il parametro stabilito dal piano regolatore. Ma la Regione non ha modificato la valutazione confermando l’archiviazione definitiva della procedura. In altre parole, la distanza non sarebbe rispettata in rapporto all’area complessiva, intesa come l’insieme delle attività di gestione dei rifiuti, ossia il luogo di produzione. Non è pertanto l’ubicazione dell’impianto in sè a determinare la distanza (ossia dal punto delle emissioni), ma il confine della proprietà, ovvero l’intero stabilimento.

Per la società si prospetta una possibile alternativa, quella di modificare il progetto. L’impianto di termovalorizzazione è ritenuto fondamentale dall’azienda ai fini della salvaguardia della stessa produzione, come ha spiegato il direttore, general manager, Morris Cernic. «L’impianto, che rappresenta la coda del ciclo produttivo, è vincolante al prosieguo dell’attività aziendale – ha osservato – e per poter mantenere anche la necessaria competitività. All’esito dell’archiviazione definitiva da parte della Regione, stiamo lavorando per trovare una soluzione. Stiamo infatti cercando di rivedere il nostro progetto, tenendo conto delle richieste dell’Ente regionale. Ritengo che con un po’ di buonsenso, in collaborazione con le istituzioni preposte, si possa addivenire ad una proposta confacente nel rispetto della normativa, che possa soddisfare tutte le parti in causa». Il direttore auspica il raggiungimento di un accordo, al fine di non mettere in difficoltà l’azienda. «Stiamo anche cercando di ascoltare le istanze e le osservazioni del Comune», ha spiegato Cernic che ha aggiunto: «Questo intervento per noi è imprescindibile. Il ricorso a centri esterni per il trattamento dei rifiuti liquidi è diventato difficoltoso, le sedi di riferimento sono estere e non sono in grado, se non solo parzialmente, di accogliere i nostri residui produttivi. Il nuovo impianto di termovalorizzazione permetterà di far evaporare le acque di reazione attualmente smaltite, si tratta di 400 litri all’ora, con il recupero di energia termica. È il completamento quindi del processo produttivo e come tale evidentemente ad uso esclusivamente interno».

E se rispetto al criterio della distanza non si intravedono alternative, il direttore si sofferma su un altro aspetto per venire incontro alla Regione e al Comune: intervenire sulla modifica tecnica dell’impianto, L’azienda, industria chimica che produce resine sintetiche poi vendute sul mercato, a fronte di 34 mila tonnellate all’anno di resine impiegate per svariati utilizzi tra cui anche la nautica, operante con una propria tecnologia, nonché sistemi informatici e strutture tecniche quali laboratori e ufficio tecnico atttrezzati con le più moderne apparecchiature, è uno stabilimento d’avanguardia, insediatosi in città nel 2000 come Polysytems e rilevato nel settembre 2012 dal gruppo Francese salvandolo di fatto dalla chiusura. Attualmente occupa 50 dipendenti più l’indotto. Una realtà dunque consolidata nel territorio ed una società strategica per la proprietà francese. La scelta da parte della società di realizzare un termovalorizzatore, non più grande di un comune bruciatore di condominio e dotato di tutte le caratteristiche tecnologiche ai fini del rispetto ambientale e della sicurezza, è l’esigenza di non appesantire i bilanci, abbattendo i costi di smaltimento sempre più consistenti e di rimanere concorrenziali sul mercato, in funzione del fatto che alcuni competitor sono già dotati di questa tipologia di impianti. «Non è solo una questione economica – ha aggiunto Cernic –, è anche ambientale considerato che verrà eliminato il trasporto a mezzo di camion. Constato che c’è la volontà per affrontare la situazione. Credo che il mantenimento delle aziende sul territorio sia nell’interesse di tutti».—

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