La Regione “bacchetta” Kukanja sulle Falesie

Sotto accusa l’ordinanza del Comune di Duino che autorizza lo svolgimento dell’arrampicata sportiva
Di Ugo Salvini

DUINO AURISINA. L'ordinanza che permette le arrampicate sportive sulle Falesie «non risulta essere lo strumento corretto per tale autorizzazione. Il regolamento della Riserva prevede invece il rilascio di autorizzazioni su istanza di parte e non ordinanze a valore generale». Torna in alto mare, con tanto di coda polemica, l'annosa questione relativa ai permessi per accedere alle rocce di Duino per svolgere attività sportive. Era stato il Comune di Duino Aurisina a scegliere di adottare un'ordinanza per permettere, pur con tutti i distinguo e i limiti del caso, l'arrampicata sportiva sulle Falesie. Tale decisione aveva portato alle dimissioni di Maurizio Rozza, consigliere comunale del Gruppo misto, dalla carica di presidente della Commissione comunale per l'Ambiente, contrario a tale soluzione. Rozza aveva anche scritto alla Regione. «L'ordinanza con la quale il sindaco di Duino ha consentito a chiunque di uscire dai sentieri per arrampicare nell'intera area della Riserva - aveva osservato Rozza - comprendendo anche la fascia in cui sono presenti specie endemiche e siti riproduttivi di avifauna ai massimi livelli di tutela, non risponde ai criteri previsti dal Regolamento».

È di questi giorni la risposta di Pierpaolo Zanchetta, della Direzione regionale che ha competenza sulla "Tutela ambienti naturali e aree protette". «Confermo che il Comitato tecnico scientifico - sottolinea Zanchetta - ribadisce che il Regolamento prevede il rilascio di autorizzazioni su istanza di parte e non di ordinanze a valore generale». Ancor più esplicita la nota inviata a Rozza da Raffaella Pengue, direttore regionale del Servizio regionale valutazioni ambientali: «In considerazione delle potenziali interferenze delle attività di arrampicata sia con habitat, sia con specie tutelati dalle direttive comunitarie - afferma nel testo Pengue - si concorda con la necessità di una attenta valutazione dei periodi, delle prescrizioni e delle condizioni a cui assoggettare tali attività. L'ordinanza non risulta essere lo strumento corretto per l'autorizzazione di tale attività. Si ritiene perciò opportuno - prosegue - che siano preventivamente concordate le modalità e le prescrizioni a cui assoggettare tale attività, prevedendo indicazioni relative ai periodi in cui l'arrampicata debba essere vietata, o l'esclusione delle porzioni di falesia esposte a moderato aerosol salino e di presenza del Fiordaliso del Carso, valutando anche la possibilità di un'eventuale integrazione nel Regolamento». «Il mio senso di amarezza a questo punto aumenta - è il commento di Rozza - perché mi ero dimesso dalla carica di presidente della commissione, essendo venuto a mancare il rapporto di reciproca fiducia con il sindaco e la maggioranza. La Regione in queste note - conclude - ribadisce i concetti che a suo tempo avevo vanamente sollevato».

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