La Smi fuori dal cantiere navale I lavoratori saranno ricollocati

La Smi srl, specializzata nel settore della tubisteria, è uscita dal cantiere navale. Fincantieri non ha rinnovato l’appalto all’impresa. La decisione è stata assunta lunedì, con la chiusura pertanto definitiva dei rapporti. Il tutto a seguito delle analisi eseguite da Fincantieri circa la sostenibilità economica del piano industriale presentato dalla ditta. Un quadro evidentemente tale da indurre a non confermare il contratto alla Smi. Della decisione è stato informato anche il sindacato, la Cgil.
La priorità ora è la continuità lavorativa dei dipendenti, una ventina, per i quali Fincantieri s’è fatta carico di provvedere al loro ricollocamento in cantiere. In parallelo, l’azienda navale s’è impegnata ad accollarsi il pagamento delle spettanze retributive pregresse dei lavoratori, che erano stati ridotti in condizioni difficili, fino a non poter neppure garantire le necessità primarie alle proprie famiglie.
È questo l’epilogo di una vicenda complessa e altalenante, scaturito di fatto con la ripresa dell’attività del cantiere dopo le ferie agostane. Le criticità, emerse dalla fine dello scorso anno, hanno raggiunto il culmine all’inizio dell’estate, con i lavoratori a rivolgersi alla Cgil che ha preso in carico la vertenza per tutelare il diritto alla regolarità delle retribuzioni. Buste paga che arrivavano, ma non seguite dai bonifici ai fini dell’accreditamento degli stipendi.
Stipendi dunque a singhiozzo, e posizioni diversificate, a fronte dell’accumulo dei redditi non percepiti, tra ritardi, acconti, saldi parziali, ammanchi che avevano raggiunto fino alle tre, quattro mensilità.
A inizio giugno il sindacato aveva proclamato uno sciopero di otto ore, convocando i lavoratori alla sede della Cgil per affrontare la situazione in assemblea.
Lo stesso datore di lavoro s’era presentato, con sè aveva contanti, 100 euro da consegnare ad ogni dipendente. Solo tre avevano accettato. Il datore di lavoro aveva spiegato di aver incontrato problemi con i bonifici, che l’impresa era in difficoltà, chiarendo pertanto che non era una questione di cattiva volontà. Nel frattempo la Cgil aveva inoltrato la comunicazione all’azienda circa l’apertura della vertenza.
Il sindacato aveva fatto appello anche a Fincantieri, che era intervenuta valutando peraltro lo svincolo delle trattenute cautelative a suo tempo effettuate nei confronti dell’impresa d’appalto, finalizzato all’esclusivo versamento delle somme ai lavoratori.
All’inizio di agosto, a ridosso delle ferie in cantiere, i dipendenti della Smi si erano raccolti davanti allo stabilimento di Panzano, assieme ai rappresentanti della Cgil, per dar voce alla loro disperazione. Agli arretrati s’erano aggiunti ulteriori stipendi inevasi.
Con la pausa agostana imminente, era stato deciso il rinvio ad un ulteriore sciopero e assemblea già programmati dalla Cgil al riavvio dell’attività cantieristica.
Fincantieri aveva per parte sua confermato il proprio supporto al fine di appianare la situazione, a partire dal pagamento delle spettanze retributive considerando anche buona parte degli arretrati. Ma lunedì, invece, è scaturita la scelta definitiva della società che ha chiuso il rapporto con la Smi.—
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