La Soprintendenza blocca i lavori all’ex Genca

L’ufficio di Trieste ha sollevato osservazioni sul progetto per lo spazio emporiale Il Comune: «Ne è nato un contenzioso e al momento l’intervento è congelato»
Di Stefano Bizzi

«La buona conservazione dei locali e degli impianti è affidata alle cure di coloro che li usano». La scritta rossa su fondo bianco è parzialmente cancellata, ma si legge ancora bene. L’insegna in metallo è appesa a una delle pareti in cemento armato dell’ex Genca di via Aquileia e l’affermazione risulta quanto mai vera.

La realtà è che i locali dell’ex fabbrica incastrata tra il terrapieno della linea ferroviaria Udine-Trieste, l’area residenziale di edilizia popolare di via Lungo Isonzo Argentina e il distributore di benzina Agip di via Aquileia non sono utilizzati più da nessuno, con buona pace della «buona conservazione dei locali» invocati dalla stessa direzione. La struttura è abbandonata dall’inizio degli anni Novanta. Resistono le intelaiature portanti in metallo e le pareti in muratura. Le prime, in particolare, conservano il fascino dell’archeologia industriale, ma raccontano di un passato che ormai è solo un ricordo lontano e ormai sbiadito per tutta Gorizia. Guardando dall’alto quello che resta dei capannoni, anche da Google Maps si possono osservare gli alberi cresciuti all’interno dell’ex area produttiva costruita a due passi dal fiume. Come spiega una ex dipendente, alla Genca si facevano sacchi di carta. In particolare erano destinati ad impacchettare il cemento, ma non soltanto quello. Dalla fabbrica di via Aquileia ne uscivano alcuni molto grandi studiati apposta per contenere l’amianto da smaltire. L’area dismessa oggi è di proprietà della Aspiag Service, ossia del gruppo legato alla grande distribuzione nel Nordest di Despar. Qui, in teoria, dovrebbe sorgere un supermercato. Nei primi giorni di gennaio una squadra di operai è entrata in azione con imbragature, decespugliatori e seghe elettriche per eseguire la pulizia del verde. Chi però si aspettava che quell’intervento fosse propedeutico al recupero della zona è rimasto deluso. Interpellato al telefono, il responsabile legale della società ha spiegato che si trattava solo di un’operazione di routine per evitare che la vegetazione si allargasse, invadendo le proprietà limitrofe e creasse scontento tra i vicini. Alla domanda specifica sullo stato di fatto del progetto di realizzazione del piccolo centro commerciale, il legale ha risposto con una frase apparentemente sibillina: «Di questo dovete parlarne con il Comune di Gorizia». A svelare da piazza del municipio quello che sembrava tanto avere l’aria di un mistero è stato, con poche parole, l’assessore comunale al Bilancio e all’Urbanistica Guido Germano Pettarin: «I progetti sono stati presentati, ma la Soprintendenza ai Beni paesaggistici ha sollevato delle osservazioni e si è avviato un contenzioso tra le parti». Anche se l’esponente della giunta Romoli ricorda che l’iter è in ogni caso avviato, i tempi per una partenza dei lavori non sembrano comunque poter essere brevi. Ammesso e non concesso che in questo momento storico la proprietà decida d’investire davvero e non preferisca attendere tempi migliori, questo è il quadro. A guardarla, l’area sembra avere tutte le caratteristiche necessarie per diventare un supermercato. Non è neppure necessario radere al suolo ogni cosa. Gli spazi sono ampi sia all’interno - per ospitare le corsie con le merci, i magazzini, gli uffici e le casse -, sia all’esterno - per realizzare i parcheggi -. Restyling a parte, forse l’unica cosa che andrebbe studiata, è la viabilità. Ma probabilmente il progetto presentato dalla Aspig Service, ha già previsto le soluzioni necessarie. La parola però, al momento, è della Soprintendenza di Trieste.

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