La storia della lapide a cartiglio in memoria di Mattia Plesnizer
Dopo quattro anni tra gare d’appalto e tre fasi di progettazione, tra il 2011 e il 2012 ha luogo la riqualificazione della riva al Castello, secondo le linee guida dell’impeccabile progetto elaborato...

Dopo quattro anni tra gare d’appalto e tre fasi di progettazione, tra il 2011 e il 2012 ha luogo la riqualificazione della riva al Castello, secondo le linee guida dell’impeccabile progetto elaborato dall’architetto Elisa Trani, che prevedevano il restauro conservativo di quanto realizzato da Max Fabiani nel 1938, con migliorie alla pavimentazione che da asfalto diventa a cubetti di porfido ed una scenografica illuminazione del bastione veneziano.
Durante i lavori, sul tratto pedonale della prima curva emerse una lapide a cartiglio con la frase: “In memoria di Mattia Plesnizer, rapito ai suoi cari il 27 agosto 1897 nell’età d’anni 63, l’addolorata famiglia pose. Riposa in pace”. Una prima ipotesi indusse all’uso di lastre tombali di risulta per la pavimentazione di marciapiedi, come fu fatto per la via Rabatta con lapidi posate con la scritta in basso e poi tolte in uno dei rifacimenti nel secondo dopoguerra. Ma la forma però gibbosa del retro e il fatto poi che ce ne fosse soltanto una, non declinava a tale possibilità mentre una ricerca presso l’archivio della parrocchia del Duomo non diede frutto riguardo il menzionato.
Il mistero era però già svelato sottotraccia da Marco Chiozza nel libro “Antonio Lasciac tra echi secessionisti e suggestioni orientali” dove nel 2005 scrive che “il 22 novembre 1899 Antonio Lasciac acquistò dal suocero Mattia Plesnizer la porzione della casa sita in Riva Castello (oggi viale d’Annunzio) n°32 … successivamente divenne proprietario della casa al n°30 e presentò la planimetria di progetto datata 16 settembre 1905 per la realizzazione di una cancellata volta alla chiusura del proprio cortile … approvato dal Municipio di Gorizia. Tuttavia in questo periodo nella casa risiedeva ancora la suocera Maria Vogric ved. Plesnizer che qui moriva il 21 novembre 1909”. In effetti, dal foglio di famiglia presso l’anagrafe comunale, l’architetto di San Rocco risulta dal 1880 residente in riva Castello 30, per trasferirsi al n.32 nel 1900 e poi in via Parcar 3 alla fine del 1918.
La pietra tombale venne quindi rimossa dal sito originario per motivi ancora ignoti e portata nella casa della moglie di Antonio, Maria Plesnizer figlia di Mattia, con l’edificio che fu poi demolito per la realizzazione della nuova panoramica percorsa da Benito Mussolini a bordo di una Alfa Romeo scoperta, il 20 settembre del ‘38 in occasione della sua visita a Gorizia e al Castello ricostruito.
Scrisse Max Fabiani nell’aprile di quell’anno: “La bellissima giornata primaverile del giorno di Pasqua ha richiamato al Castello numerosi gruppi di visitatori; buona parte dei quali forestieri, i quali hanno potuto constatare con lieta sorpresa che i lavori nel Borgo e lungo la strada di accesso, masse di operai lavorano alacremente per dare quella sistemazione definitiva che da lungo tempo è stata progettata del Villaggio medioevale”.
Diego Kuzmin
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