La Tripcovich battezza il docufilm sul “Pedocin”

TRIESTE. “Un regalo alla città”: è così che viene annunciata l’anteprima nazionale de “L’ultima spiaggia”, il documentario interamente girato da Thanos Anastoupolos e Davide Del Degan alla Lanterna, “el Pedocin”, in programma venerdì alle 21, alla Sala Tripcovich. Uno dei maggiori eventi di apertura della Barcolana con la media partnership de Il Piccolo. È un momento atteso da molti in città, almeno da quando, ad aprile, fu reso noto che il film triestino era stato selezionato al Festival di Cannes per essere proiettato fuori concorso nelle Séances Spéciales, laddove è stato accolto con ampio consenso da parte del pubblico e di tutta la stampa internazionale. Ecco allora che finalmente, a poche settimane dalla sua uscita in sala (sarà distribuito dall’Istituto Luce dal 13 ottobre), “L’ultima spiaggia” torna dove tutto era cominciato, ormai quattro anni fa.
«El Pedocin è un’icona della città - ha ribadito l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi alla conferenza stampa di ieri in Municipio - è una sorta di mito, fa parte della nostra cultura», mentre Mitja Gialuz, presidente della Svbg, ha espresso grande soddisfazione per l’inclusione di un sempre maggior numero di iniziative culturali che si affiancano allo sport: «La Barcolana cresce e si arricchisce di nuovi linguaggi. Letteratura, fotografia, teatro e ora anche il cinema. Non potevamo cominciare in modo migliore, con un film che parla di Trieste e parla del mare».
«Essendo un film sul “confine” questo film non poteva che nascere a Trieste», ha aggiunto il direttore de Il Piccolo Enzo D’Antona rimarcando anche come “L’ultima spiaggia” si inserisca a pieno titolo in quel nuovo indirizzo del cinema italiano che sotto il nome di “Cinema del reale” ci ha riportati ad essere competitivi in ambito internazionale, come i diversi riconoscimenti ottenuti negli ultimi anni dimostrano (il Leone D’Oro e l’Orso d'Oro a Gianfranco Rosi, e ora anche la candidatura italiana per l’eventuale corsa agli Oscar del suo “Fuocoammare”).
Emozionatissimi i registi, Davide Del Degan, triestino doc, e Thanos Anastopoulos, giuliano “per amore”, che all’interno del Pedocin hanno girato per centoventi giorni nell’arco di un anno, con pazienza e discrezione, senza mai forzare gli eventi, aspettando e riprendendo ciò che spontaneamente accadeva davanti all’occhio vigile della loro macchina da presa. Il risultato è un ritratto corale, affettuoso, sempre rispettoso eppure critico, da cui affiora la quintessenza della triestinità popolare, portando a riflettere sul concetto di confine, di territorio, di divisione e di libertà, ma anche sul passato e il presente della città.
La sfida, solo pochi mesi fa, poteva essere quella di riuscire a portare quel piccolo universo al di fuori delle proprie mura per farsi capire anche da chi, di quel “microcosmo”, non ha mai fatto parte. Mentre oggi, paradossalmente, pur giocando in casa, la posta in gioco si alza. «Venerdì - spiega Del Degan - sarà la prima volta in cui le persone che hanno fatto parte del nostro film si vedranno sul grande schermo. E per noi il loro giudizio è il più importante di tutti. Questo film è nato come un gesto d’amore per questa città. E speriamo che la città lo ami come è stato amato altrove».
«Nella pelle delle persone che hanno fatto parte del nostro film - aggiunge Anastopoulos - si sente la storia della città, del passato, del presente e del futuro. Ci hanno insegnato ad ascoltarli. Fare questo film è un omaggio a loro ma anche l’atto di appartenenza a una comunità». Nicoletta Romeo, in veste di produttrice per la Mansarda Production (tra gli altri produttori internazionali figurano Fantasia Ltd (Grecia) e Arizona Productions (Francia) con Rai Cinema), ha ringraziato tutti coloro che hanno fatto parte di questa “avventura collettiva” che ha potuto contare sul sostengo di molti.
Tra questi, seduti al tavolo, Paolo Vidali, direttore del Fondo regionale per l’Audiovisivo, primissimo interlocutore quando de “L’ultima spiaggia” esisteva poco più di un’idea, e Federico Poillucci, presidente della Fvg Film Commission. Quest'ultimo in particolare ha sottolineato che «investire nella produzione in ambito audiovisivo non significa che ci debbano necessariamente essere ricadute solo in termini economici ed occupazionali.
“L’ultima spiaggia” è un film diverso. E infatti è la prima volta in sedici anni di attività che un “nostro” film finisce nella selezione ufficiale a Cannes. È un film su Trieste, sull’essenza di Trieste, questo va oltre qualsiasi aspetto promozionale della città. Semplicemente, è un grande film».
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