L’addio della città a Samer inventò un impero sul mare

Si celebrano stamani alle 11 nella chiesa di Sant’Antonio Nuovo i funerali di Dario Patriarca del porto, si deve a lui il successo dell’autostrada del mare per la Turchia

Non era soltanto il patriarca del porto, ma anche un caso più unico che raro di propheta in patria. L’assunto, del resto vero, in base a cui Trieste è stata fatta grande dagli stranieri, non si attaglia a Dario Samer, morto venerdì scorso un mese prima di compiere 89 anni, triestino doc anche se, proprio volendo risalire di molto l’albero genealogico, si scoprirebbero antenati austriaci. Ai figli Enrico e Lilli e alla moglie Lidia ha lasciato un impero composto da venti società operanti in Italia e dodici all’estero nei settori portuale, logistico, assicurativo, informatico, enogastronomico e altri ancora, con complessivi trecento dipendenti. È alla guerra delle Falkland o Malvinas, come raccontato ieri da Enrico, che si deve il lancio nel mondo del marchio Samer. «Papà – riferisce – era il proprietario dell’ex Ufficio italiano della Ellerman&Wilson lines (Ewl) agency company limited, che aveva sede nel palazzo del Tergesteo. Eravamo agenti di grosse compagnie di Stato, tra cui l’Elma argentina, proprietaria di navi straordinarie che arrivavano cariche di caffé a Trieste, dove complessivamente veniva sbarcato l’80% del prodotto destinato all’Europa. Dopo che nel 1982 era scoppiato il conflitto con la Gran Bretagna per la sovranità sulle Malvinas, gli argentini ci chiesero: “Ma voi siete inglesi?”». “Scherza, siamo italiani”, aveva risposto Dario Samer.

Non molto tempo dopo, per non destare ulteriori sospetti, la ragione sociale della compagnia viene cambiata in Samer&co shipping srl, oggi una spa. La vecchia Ellerman era nata nel 1892. Infatti in quell’anno Sir John Reeves Ellerman Bart, un trentenne uomo d’affari inglese fa il suo ingresso nel mondo dei trasporti marittimi dando inizio ad una lunga e prestigiosa attività di armatore con una delle più importanti e conosciute compagnie di navigazione del mondo. In seguito all’affermarsi della supremazia della Ellerman, con il conseguente assorbimento della maggiore concorrente Wilson, nasce uno dei più grandi colossi del trasporto marittimo britannico, l’Ellerman & Wilson Lines. Il primo dicembre del 1919 a Trieste, le attività delle due precedenti agenzie vengono conglobate in un unico rappresentante del Gruppo, l’Ellerman & Wilson Lines Agency Company Limited. Questo evento può essere considerato anche la data di nascita di quella che oggi è la Samer & Co. shipping spa. Dario Samer entra in società nel 1952 dopo aver frequentato l’Istituto Nautico non per tradizione di famiglia, bensì convinto da alcuni amici. Alla Ellerman di Trieste è il primo manager non inglese e nel 1968 diviene amministratore delegato. Si avvicina l’epoca dei container, la Ewl attraversa una fase delicata e così gli azionisti di Trieste sotto la sua guida, nel 1981, rilevano le quote capitale della filiale italiana che invece era in buona salute. «Non ho mai saputo che cifra abbiano sborsato, ma credo non molto», riferisce Enrico. È l’inizio di una scalata che non si arresterà più. Tra l’altro nel 1973 la Ellerman aveva acquisito un altro pezzo della storia di Trieste emporiale con la Edgar Greenham&co. Srl. Le origini di questa agenzia plurimandataria risalgono al lontano 1826: in quell’anno i due fratelli britannici John e Isaac Grant Greenham arrivarono a Trieste, crocevia di culture, traffici e mercati, iniziando l’attività di agenti marittimi. Successivamente Isaac Grant Greenham fu nominato Agente dei Lloyd’s di Londra. Dopo la sua morte l’attività fu proseguita prima dal nipote Richard, poi da Edgar Henry e fino al 1973 dalla vedova Greenham. In quell’anno appunto la società fu rilevata dall’attuale Samer & Co. Shipping.

Oltre che successi in affari, aneddoti di vario tipo costellano la vita di Dario Samer. Il 4 marzo 2009, al momento di ricevere la Civica benemerenza dal Comune di Trieste, riferì di come nel dopoguerra avesse fatto viaggiare sulle navi molti ebrei che dall’Europa dell’Est si erano imbarcati a Trieste per andare a vivere nel neocostituito stato di Israele. Enrico ora racconta altri episodi innescati dalla Guerra dei sei giorni tra Israele e Egitto. Dopo il conflitto una serie di navi di varie nazionalità erano rimaste a lungo bloccate nei laghi salati del Canale di Suez e divenute proprietà dei Lloyd’s di Londra. Due, denominate Aganepor e Melanpus, erano state portate a Trieste. Erano piene di giocattoli cinesi, ma anche di fusti di prodotti chimici che a Trieste vennero scaricati con tutte le cautele del caso. Buona parte del carico era però composta di thè orientale che, rimasto a lungo in un’area particolarmente secca, era divento ancora più pregiato. L’assicurazione lo rivendette con enormi guadagni.

Nel marzo ’87 parte la linea di traghetti con la Turchia. Se la guerra della Falkland aveva significato il lancio del marchio, quelle nell’ex Jugoslavia sanciscono il successo di quella che è oggi una delle più affollate autostrade del mare al mondo. L’Est Europa ribolle. I traghetti nel tragitto verso Trieste recuperano in mare albanesi che scappano dal proprio Paese: duecento in un colpo solo. Un’altra volta scatta un allarme bomba dietro al quale sembrano esserci i curdi. Il traghetto viene isolato in rada e arrivano i servizi segreti da vari paesi. Fortunatamente a bordo non c’è alcun ordigno. «Ho imparato più dai silenzi che dalle parole di mio padre – dice Enrico – e anche sul lavoro ci lasciava fare, ci indirizzava senza dare ordini. È sempre stato molto orgoglioso di quanto fatto perché conscio di essere partito da zero. Si è sempre dimostrato molto speranzoso verso la terza generazione, ma è ancora presto per sapere se tutto questo continuerà per via familiare perché i miei figli hanno appena 16 e 13 anni.

I funerali di Dario Samer saranno celebrati stamattina alle 11 nella chiesa di Sant’Antonio Nuovo da don Luigi, parroco di Monte Grisa. Poi la salma sarà tumulata nella tomba di famiglia.

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