Ladri ancora a segno in via dei Raparoni

Anche stavolta sono entrati in un appartamento al primo piano arrampicandosi lungo una grondaia
Bonaventura Monfalcone-14.05.2013 Mancanza dissuasori indicati-Via dei Raparoni-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.05.2013 Mancanza dissuasori indicati-Via dei Raparoni-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Non c’è pace in via dei Raparoni a Ronchi dei Legionari. Con il furto di domenica sera salgono a sette i colpi nelle abitazioni messi a segno nella centralissima strada cittadina nel giro di poche settimane. Due in soli due giorni. Dopo la palazzina al civico 8, “visitata” sabato, è toccato a quella al numero 13. Un piccolo condominio di 8 appartamenti dove la banda specializzata è entrata in azione al calar della sera di domenica. La dinamica è stata la solita, un copione rituale che incute preoccupazione nei residenti. Anche in questo caso, com’era successo il giorno precedente, i ladri sono saliti al primo piano attraverso una grondaia, hanno forzato una porta finestra e si sono introdotti all’interno dell’abitazione, arraffando l’arraffabile. Al rientro della proprietaria la scoperta di quanto era successo e la “solita” telefonata ai carabinieri che hanno cercato di raccogliere tutti gli indizi utili per far sì che le indagini possano portare quanto prima ai risultati sperati. Ovvero a individuare i colpevoli, com’era successo un paio di anni orsono.

La palazzina al civico 13 era già stata oggetto delle “attenzioni” dei malviventi alcune settimane fa. In via dei Raparoni si vive un vero e proprio incubo. La gente non parla d’altro in queste settimane. Si chiede che cosa si nasconda alle spalle di tutti questi raid, se davvero possa essere verosimile la pista di un basista locale.

E in effetti non c’è altra ipotesi che tenga. Ma perché proprio questa via? A questa domanda davvero non c’è risposta. Non siamo di fronte a un quartiere esclusivo, non ci sono milionari che ci vivono in case super lusso. Ma c’è gente comune: operai, impiegati, qualche medico o professionista, molti pensionati che oggi vivono nella paura e nella preoccupazione che domani possa toccare a loro.(lu.pe.)

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