Ladri di rame in azione sui tralicci delle ferrovie

Il fenomeno ha assunto proporzioni preoccupanti sulla linea tra Pola e Canfanaro E c’è anche chi si è rubato una campana o ha portato via i tombini dalle strade
ISTRIA: treno (Vidotto)
ISTRIA: treno (Vidotto)

POLA. In questi tempi di crisi si ruba veramente di tutto, dagli alberi di olivo nei campi alle campane sui campanili, dai tombini metallici sulle vie ai motori fuoribordo sulle barche. Ultimamente i ladri hanno buttato l'occhio sugli oggetti in rame, considerato un metallo prezioso visto che il ferrovecchio lo paga 4,6 euro il chilogrammo, non male. Ebbene a farne le spese è soprattutto la ferrovia istriana e in particolare il segmento Pola–Canfanaro. Dall'inizio dell'anno a questa parte si sono avuti ben 61 furti di cavi elettrici aerei, per un totale di 6,5 tonnellate. Al prezzo indicato, i ladri hanno messo in tasca poco meno di 30.000 euro. Come spiega la direzione delle ferrovie, si tratta di cavi del diametro di 3 millimetri usato nel sistema di telecomunicazione all'interno dell'azienda ferroviaria. Di conseguenza si hanno notevoli ritardi nel movimento dei convogli. Succede che spesso i cavi rubati devono venir rimpiazzati provvisoriamente da cavi di caratteristiche diverse visto che non sempre sul mercato sono disponibili quelli originali. E ne risente la qualità delle telecomunicazioni. Per arginare il fenomeno che in queste proporzioni pone in forse il futuro della ferrovia istriana, vengono intensificati i controlli. Di recente la polizia ha sorpreso due gruppi di ladri che operavano nelle zone di Cerreto ed Heki, nell'aprile scorso come scrive il Glas Istre, nel baule di un'Alfa Romeo di due cittadini bosniaci sono stati trovati quasi 4 chilometri di cavo. Il primato del bottino più grosso o meglio più lungo è stato stabilito da un 36enne di Daruvar che tra aprile e giugno nel pisinese ha trafugato nientemeno che 10 chilometri di cavi in rame. Il tribunale lo ha condannato in primo grado a 10 mesi di carcere, tenendo conto della circostanza attenuante rappresentata dalla confessione. Solitamente per questo tipo di reato le pene sono piuttosto miti, a volte succede che il ladro si difende dicendo di essere disoccupato con moglie e 5 figli a carico intenerendo cosi la corte. È successo anche che un ladro ha pagato con la vita, non nel senso della condanna. Il fatto risale al gennaio del 2007 quando nell'ex zona militare di Vallelunga presso Pola, un 22enne è rimasto fulminato dalla corrente elettrica dopo che si era arrampicato sul traliccio per rubare i cavi di rame. Nel mirino dei ladri sono finiti anche i tombini e varie griglie in bronzo collocate sulle vie cittadine. Sicuramente il furto più spettacolare è stato commesso l'anno scorso sul campanile della chiesa della Vergine Maria a Lisignano. Il ladro si è portato via una campana in bronzo del peso di 20 chili. I metalli rubati come detto finiscono al ferrovecchio dove però proprio nel tentativo di scoraggiare i ladri, per ogni consegna viene stilato il verbale con l'esibizione della carta d'identità di chi vende. Anche in questo campo però ci sono i mediatori che comperano in nero rivendendo il bottino a Zagabria o all'estero dove non si va tanto per il sottile sulla provenienza.( p.r. )

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