L’albero di Ungaretti: la mostra «promossa» al Vittoriano di Roma

Il progetto realizzato dal Gruppo speleologico dei volontari di San Martino sarà presentato dal 9 al 19 novembre
Bumbaca Gorizia 30.03.2013 San Martino, Albero Ungaretti - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30.03.2013 San Martino, Albero Ungaretti - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

SAGRADO. È il caso di dirlo: promossa sul campo di battaglia. Il mese prossimo la mostra "San Martino del Carso, il poeta e l'Albero Isolato" sarà allestita all’Altare della Patria di Roma. Il progetto realizzato dai volontari del piccolo Gruppo speleologico carsico di San Martino - in collaborazione con gli ungheresi dell'Associazione “Meritum” e del Museo “Mòra Ferenc” di Szeged - non poteva trovare luogo più prestigioso dove approdare. Inizialmente, “l’albero di Ungaretti” doveva essere presentato nella Sala degli Atti parlamentari della biblioteca del Senato, ma, anziché al Palazzo della Minerva, dal 9 al 19 novembre sarà presentato nell’ancor più importante Complesso del Vittoriano. L’esposizione sarà allestita nella sala principale del Museo centrale del Risorgimento, quella che ospita l'affusto del cannone che trasportò nel suo viaggio il milite ignoto da Aquileia a Roma. Presentata per la prima volta due anni fa nel museo della Grande guerra di San Martino del Carso, la mostra aveva ricevuto l'adesione del presidente della Repubblica italiana e il patrocinio del ministero ungherese degli Affari esteri. Dopo alcune tappe in Ungheria e in Serbia, ora approda nuovamente in Italia e lo fa anche grazie all’interessamento della senatrice Laura Fasiolo. Noto ai soldati impegnati sul fronte dell’Isonzo, l'Albero Isolato è un tronco di pruno crivellato dai proiettili. In Ungheria è considerato un monumento nazionale. In Italia è l'albero “di Giuseppe Ungaretti”. Il poeta-soldato scrisse “San Martino del Carso” proprio dal "Valloncello dell'Albero Isolato" e generazioni di studenti lo hanno “incontrato” e “conosciuto” sui libri di letteratura. Simbolo di pace universale, la pianta resistette ai combattimenti e alle bombe per oltre un anno diventando un punto di riferimento per i colpi di artiglieria. Il 12 giugno 1916 l'arciduca Giuseppe concesse agli uomini del 46° Reggimento di Szeged il permesso di tagliare il pruno e alle 9 del 4 luglio l’albero venne abbattuto per poi essere portato nelle retrovie. La settimana successiva arrivò a Szeged dove venne accolto e decorato con nastri tricolore. "L'albero di Doberdò" (così è noto in Ungheria) rimase al centro del “Mòra Fenec Muzeum” fino al 1945 quando, con il nuovo regime, finì murato in soffitta per poi essere “riesumato” a metà degli anni Ottanta. Nel giorno dell’inaugurazione, la mostra capitolina ospiterà anche un convegno internazionale organizzato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri a cui parteciperanno rappresentanti di università, accademie e musei di Italia, Austria, Ungheria, Belgio, Polonia, Turchia, Russia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Romania, Bulgaria, Grecia e Francia.

Stefano Bizzi

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