L’arenaria è troppo pesante e l'isola ecologica interrata finisce ko

TRIESTE Dopo poco più di otto anni dalla sua entrata in servizio, il sistema sul quale fa leva l’isola ecologica a scomparsa di piazza della Borsa non funziona più. Tre mesi fa il dispositivo che solleva le pedane sotterranee, che sbucano a comando per consentire lo svuotamento dei cassonetti a scomparsa, aveva già evidenziato le prime criticità. Da due settimane il meccanismo è totalmente fuori servizio e AcegasApsAmga è corsa ai ripari sistemando accanto all’isola interrata, a bordo strada, una batteria da 8 cassonetti oltre ad altri 3 contenitori più piccoli, posizionati sulla piazza.
Il guasto non è cosa da poco, per sistemarlo serviranno mesi. Il problema sembra derivare dal peso eccessivo dell’arenaria che ricopre anche quell’angolo della piazza. Il meccanismo che solleva i cassonetti interrati e, di conseguenza, anche porzioni della pavimentazione, fa fatica, è troppo sollecitato. In passato aveva già mostrato dei problemi. Di volta in volta si era provveduto a fare le dovute riparazioni, ma questa volta il danno è più serio, l’intervento di risistemazione deve essere risolutivo e definitivo, prendendo in considerazione anche la possibilità di apportare modifiche radicali.
«Siamo in una fase di valutazione assieme al Comune – illustra Giovanni Piccoli, responsabile del Servizio Ambiente di AcegasApsAmga –, sono al vaglio diverse soluzioni che ovviamente andranno condivise anche con la Soprintendenza». Una delle possibilità è quella di sostituire le pietre che ricoprono l’isola ecologica con altre dal peso inferiore, per alleggerire lo sforzo del meccanismo che solleva le pedane. Ovviamente tra la fase di valutazione, quella di progettazione e la successiva di intervento, i tempi non saranno brevi. L’isola interrata resterà fuori servizio per mesi. Ed è per questo motivo che ora AcegasApsAmga sta considerando soluzioni alternative anche alla batteria di contenitori esterni sistemati sulla piazza. «È stata una soluzione adottata in emergenza – spiega Piccoli –, anche per la Barcolana, che ci ha visto comunque optare per dei contenitori nuovi, puliti, che creano meno problemi possibile al contesto di prestigio nel quale sono stati sistemati. Ora, assieme al Comune, stiamo valutando anche altre soluzioni che prevedano, ad esempio, la sistemazione nelle vie limitrofe alla piazza di contenitori più piccoli, esteticamente più gradevoli, con effetto ferro battuto, che agevolino comunque il conferimento dei rifiuti da parte di chi vive e opera in quell’area».
I cinque contenitori invisibili – due per la carta, uno per vetro e lattine e uno per la plastica più un gigantesco elettrocompattatore per i rifiuti non riciclabili – vengono riempiti utilizzando 6 delle 8 bocche in ghisa in superficie (due in realtà posticce perché custodiscono le centraline elettroniche dell’impianto). La batteria sistemata provvisoriamente è composta da due contenitori per la carta, due per la plastica, due per l’indifferenziata (tutti da 3.200 litri) e due campane per il vetro da 3 mila litri ciascuna. I tre contenitori più piccoli, da 240 litri, sono destinati al conferimento di carta, plastica e umido.
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