«Lascio un marina in piena fase di rilancio ma non dimentico chi ci ha remato contro»

l’intervista
MUGGIA
È stato da sempre la guida di Porto San Rocco. Nel suo curriculum vanta anche la partecipazione ad una Olimpiade e una medaglia nell’America’s Cup. Alla soglia dei 67 anni Roberto Sponza si è congedato dal marina muggesano dopo 21 anni di attività vissuti senza tregua.
Sponza, il 30 giugno 2001 nasceva Porto San Rocco: il significato di quella data?
Sono arrivato a Muggia il primo aprile del 1997, quando i lavori di costruzione del porto stavano per iniziare. In soli 18 mesi venne costruito un marina da 546 posti barca, dopo che per anni diverse imprese ci avevano provato, senza riuscirci. Nel 2001 l’inaugurazione.
Le gioie più grandi da marina manager?
Portare tanti grandi eventi, come i due campionati italiani di Vela d’altura nel 2003 e 2011, il Mondiale J22, la coppa Primavela del 2016 e il Mondiale Vela d’altura del 2017. Soprattutto in questi ultimi due eventi è stato fantastico far lavorare assieme tantissimi circoli velici del Golfo.
I rimpianti maggiori?
Ho fatto di tutto per far capire ai muggesani che Porto San Rocco era un’enorme opportunità di sviluppo: pochi l’hanno capita fino in fondo. Il secondo rimpianto è quello di non essere riuscito a stroncare sul nascere la battaglia di un gruppuscolo di ambientalisti contro di noi.
Quanto vi sono costate le cause legali?
Noi che abbiamo risanato un cantiere navale ultracentenario ed un’area inquinata, siamo stati fatti passare per degli inquinatori. La difesa ci è costata oltre 4 milioni di euro. Alla fine abbiamo vinto tutte le cause. Se solo avessimo potuto investire quei soldi per promuovere il territorio circostante...
A chi ha lasciato il testimone della guida del marina?
Porto San Rocco è sempre stato guidato da un Amministratore Unico che rappresentava la proprietà, che mi ha dato fiducia. Ora l’Amministratore è maggiormente presente, alcuni compiti sono stati affidati a mio figlio Stefano, laureato in economia aziendale, che ha già trasformato e rilanciato l’Hotel San Rocco.
Lascia un Porto San Rocco in fase di rilancio. Il suo auspicio?
L’entrata della società Nuova del Golfo, che ha acquistato dal fallimento di una società immobiliare i circa 120 appartamenti rimasti abbandonati, ha dato un grande impulso. Spero che questo tranquillizzi i vari proprietari e che inizi un periodo di crescita nelle presenze turistico-residenziali.
È davvero un “mito” quello che la Croazia sia più conveniente rispetto all’Italia?
I marina paragonabili a Porto San Rocco sono molto più cari in Croazia. Il problema è che spesso in Italia e particolarmente nel Golfo di Trieste i diportisti sono vessati dai controlli e perciò fuggono all’estero.
Perché sono vessati?
C’è un sentimento di invidia di fondo verso chi ha la barca che sconfina, a volte, nell’equiparare l’armatore ad un evasore fiscale. È totalmente sbagliato, soprattutto a Trieste dove la nautica è veramente popolare.
Il suo curriculum sportivo parla di grandi risultati nel mondo della vela. Dove ha iniziato?
Ho iniziato a nove anni alla Triestina della Vela. Dopo aver vinto cinque Campionati Italiani e i Giochi del Mediterraneo in coppia con Roberto Vencato ci siamo qualificati per le Olimpiadi.
Il suo ricordo di Montreal 1976?
Il ricordo indelebile è quello dell’entrata nello stadio canadese per la sfilata inaugurale. L’Italia è stata accolta dal boato delle migliaia di emigrati della comunità italiana presenti sugli spalti. Un senso di orgoglio fortissimo.
Alla fine il podio fu piuttosto lontano, vero?
In realtà ottenemmo uno storico primo posto nella seconda regata della serie, salutati dalla Regina Elisabetta II nel dopo regata, in una saletta riservata. Ma la classifica finale con il 14° posto ci lasciò un po’di amaro: avevamo le potenzialità per fare meglio.
Ha conquistato anche medaglie prestigiose nella vela. Le più belle?
L’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1975 ad Algeri sempre con la classe 470. E poi nel 1985 il secondo posto nel campionato mondiale dei dodici metri di Coppa America.
Porto San Rocco può aspirare a diventare un giorno la Portofino dell’Adriatico?
No, non deve essere quello il modello per Porto San Rocco. Nel Golfo di Trieste la nautica è popolare, fa parte della cultura di ciascuno di noi. Questo clima che si respira al massimo livello in Barcolana, deve funzionare da attrattiva per barche grandi e piccole.
Sta facendo discutere la scelta del manifesto della Barcolana. Il suo giudizio?
È un messaggio bellissimo, che fa pensare, soprattutto per quello che significa dal punto di vista ambientalistico e di difesa dall’inquinamento dei mari. Purtroppo però le persone ottuse sono sempre di più e stanno polemizzando stupidamente su quello che invece rappresenta un vero salto di qualità comunicativo della Barcolana e, se vogliamo, della città.
A chi ha sempre osteggiato e osteggia ancora porto San Rocco cosa si sente dire?
Spero che chi ha provocato tutte le cause legali venga dimenticato per sempre. A chi ancora ci osteggia dico solo una cosa: “Avete fallito”». –
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