L’associazione Coscioni: «Secondo Asugi sussistono i requisiti per il suicidio assistito di Anna»

«La Commissione medica multidisciplinare nominata da Asugi ha terminato la verifica delle condizioni di Anna, confermando infine che sussistono i requisiti disegnati dalla sentenza “Cappato”»

Francesco Codagnone
La conferenza stampa davanti al Tribunale di Trieste. Foto Lasorte
La conferenza stampa davanti al Tribunale di Trieste. Foto Lasorte

TRIESTE «Asugi ha terminato la verifica delle condizioni di Anna e, in risposta alle richieste del Tribunale di Trieste, conferma che sussistono i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato” della Corte costituzionale 242 del 2019 per accedere al suicidio assistito: per la prima volta in Italia, viene riconosciuto che l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi» rientra nei requisiti ammessi dall’Azienda sanitaria come «trattamento di sostegno vitale» per Anna. 

Lo annuncia in un comunicato l’associazione Luca Coscioni, facendo riferimento alla vicenda di Anna (nome di fantasia), triestina di 55 anni affetta da sclerosi multipla: la donna chiede da tempo di mettere fine alle sue sofferenze; la patologia è considerata irreversibile, non ci sono cura né terapie.

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Il tribunale di Trieste in una foto d'archivio

Il 4 novembre scorso Anna aveva chiesto di accedere alla verifica delle sue condizioni per la morte assistita ai sensi della sentenza della Corte costituzionale, ma non avendo ottenuto risposta nei tempi sperati, lo scorso 7 giugno ha dato mandato all’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, e al collegio legale costituito, di avviare la procedura «contro le inadempienze dell’Azienda sanitaria» con un ricorso d’urgenza.

Il 6 luglio scorso, il giudice Edoardo Sirza ha ordinato ad Asugi di accertare, entro 30 giorni, se nel caso di Anna ci siano i requisiti principali indicati nella sentenza del 2019 per concedere il suicidio assistito: il malato deve essere mantenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale; la patologia deve essere irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche ritenute dal malato intollerabili; la persona deve essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

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Nell’ordinanza si sottolineava che «l’Asugi non ha adempiuto ai propri obblighi di tutela del diritto alla salute». Il giudice aveva condannato l’Azienda a rifondere metà della spese processuali e, qualora trascorressero più di 30 giorni senza adempiere all’accertamento, a pagare 500 euro per ogni giorno di ritardo.

Scriveva Anna in una lettera: «La mattina mi sveglio e attendo che inizino le operazioni di assistenza e cura della mia persona. La giornata trascorre mentre io sono ferma immobile e la mia famiglia con le mie assistenti si prendono cura del mio corpo. Ho una malattia che mi ha privato della mia autonomia, dipendo per tutto da chi mi ama e dalle mie assistenti».

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Marco Cappato dell'associazione Coscioni e la segretaria nazionale della stessa associazione, l'avvocata Filomena Gallo

«La Commissione medica multidisciplinare nominata da Asugi – dà oggi (martedì 8 agosto) notizia l’associazione Coscioni –  ha terminato la verifica delle condizioni di Anna, confermando infine che sussistono i requisiti disegnati dalla sentenza “Cappato”».

«Per la prima volta in Italia, l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi cui Anna è continuamente sottoposta, anche per l’espletamento delle funzioni di vita quotidiane, viene riconosciuto dall’Azienda sanitaria come un trattamento di sostegno vitale, in assenza del quale non potrebbe autonomamente sopravvivere - spiega l’avvocata Gallo -. Questo dimostra che le strutture pubbliche del Servizio Sanitario, che conoscono le condizioni con cui i malati si trovano a convivere quotidianamente, individuano, diversamente per competenza - rispetto ai giudici - che il requisito del “trattamento di sostegno vitale” deve essere valutato fornendo una visione d’insieme più ampia e maggiormente rispondente alla reale situazione in cui i malati come Anna si trovano a (soprav)vivere».

In questi giorni, riporta sempre il comunicato, Asugi trasmetterà l’esito della relazione medica al comitato etico competente, indicato nel Nucleo etico per la pratica clinica, interno alla stessa Azienda sanitaria e istituito dalla delibera della Giunta Regionale n. 73 del 22 gennaio 2016.

Il Nucleo etico procederà con le valutazioni che attengono alle condizioni della persona: dovrà verificare ovvero che Anna non si trovi in uno stato di abbandono, e che la sua scelta sia totalmente libera.

Il comitato compilerà quindi una relazione che sarà trasmessa ad Asugi, che a sua volta comunicherà l’esito delle due valutazioni (medica e del nucleo etico) alla signora.

Il riscontro definitivo avverrà al termine di questa procedura: nell’unico caso in cui anche la relazione etica dovesse dare esito positivo, Asugi potrà «elaborare la propria relazione finale - spiega Gallo – indicando anche il farmaco letale, le metodiche di autosomministrazione, il luogo ove ciò potrà avvenire con l’assistenza del medico, e provvedere alla fornitura di farmaco e la strumentazione necessaria ad Anna» che così potrà, quando e se vorrà, porre fine alla propria esistenza.

L’avvocato Gallo e Marco Cappato ricordano infine che, questo venerdì mattina, l’associazione Coscioni depositerà in Regione le oltre 7.000 firme raccolte a favore della proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito”, testo che vuole regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria, determinando tempistiche e procedure certe ed evitando nuove «lunghe attese» come quelle cui è stata costretta la signora Anna: per «evitare a tutte le Anna di attendere quasi 9 mesi per ottenere la verifica della sussistenza dei requisiti di legge». E porre fine alle proprie sofferenze.


 

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