Lavoro, la Confindustria entra nelle scuole

Successo di “Orientagiovani” al Paolino d’Aquileia. Obiettivo? Costruire le professionalità che servono
Bumbaca Gorizia 11.10.2011 Paolino d'Aquileia, Orientagiovani - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.10.2011 Paolino d'Aquileia, Orientagiovani - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

L’una deve fare un passo verso l’altra, per il futuro dei giovani e per il bene di tutto il tessuto economico isontino. La scuola e l’impresa s’incontrano, e lo fanno per cercare di individuare le strategie più adatte per preparare adeguatamente i lavoratori del futuro.

È stata questa collaborazione a fare da sfondo all’edizione 2011 di Orientagiovani che, per la provincia di Gorizia, ha scelto come sede il liceo Linguistico Paolino d’Aquileia. Nell’aula magna, nel corso della mattinata, gli studenti delle classi quarte e quinte – quelli più vicini, per età, a terminare il loro percorso di studi - hanno avuto modo di confrontarsi con rappresentanti di Confindustria Gorizia. La dottoressa Rafaella Michelazzo, del Gruppo giovani imprenditori di Gorizia, ha guidato gli studenti nell’analisi di una serie di slide sul tema dell’apprendistato nelle aziende. «Oggi la scuola e l’università pagano due gravi carenze – spiega il professor Francesco Persolja, referente del progetto per il Paolino D’Aquileia -. Tendono infatti a fornire solamente conoscenze teoriche, e sfornare titoli che hanno sempre minor valore nel mondo del lavoro. L’approccio deve essere allora più concreto: dobbiamo riuscire ad orientare gli studenti a capire quali sono le loro vere potenzialità». Ecco perché anche il mondo delle aziende vuole aprirsi sempre di più agli studenti. «Oggi ho avuto occasione di guardare in faccia tanti giovani, e dire loro come stanno le cose nel mondo del lavoro – racconta l’ingegner Carlo Ranalletta, presidente dei Giovani imprenditori di Gorizia -. Poi li ho ascoltati, ho cercato di capire le loro esigenze e consigliarli. Momenti come questi sono fondamentali, e spero si possano ripetere sempre più spesso, perché solo le aziende, gli imprenditori, a dover indirizzare, senza ipocrisie, il percorso di crescita dei giovani, che sono la vera risorsa per il futuro del territorio». (m.b.)

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