Le barche dei soci Stv promosse dal bollino blu della Capitaneria

Una mattinata ventosa quella che ieri ha accolto negli spazi della Società Triestina della Vela gli uomini della locale Guardia costiera, guidati dal capitano di fregata Giulio Giraud, giunti per effettuare la certificazione degli equipaggiamenti presenti a bordo delle barche di quei soci diportisti che volontariamente hanno aderito a questo controllo.
Il pontile Istria, su cui sorge la sede dell’ultranovantennale società è un brulicare di ragazzi e di mezzi in movimento. «È già da un po’ – spiega Giraud – che il ministero dei Trasporti in collaborazione con quello delle Finanze e con quello degli Interni, ha implementato questo tipo di verifiche che servono a evitare la duplicazione dei controlli da parte di motovedette appartenenti a più forze di polizia. In questo senso le Capitanerie di porto agiscono come braccio operativo del ministero dei Trasporti coordinandone l’attività, alla quale, comunque, partecipano anche le motovedette della Guardia di finanza e quelle della Polizia e, laddove ce ne fossero, quelle dei Carabinieri, come nel caso di Grado».
L’obiettivo, aggiunge sempre Giraud, è quello di «effettuare controlli sulla documentazione che attesta la capacità di condurre l’imbarcazione, e sulle dotazioni di bordo, sia in mare che, negli ultimi tre anni, a terra, come oggi. Quest’ultima modalità rappresenta un ottimo strumento per venire a contatto con i diportisti con i quali si instaura un rapporto estremamente collaborativo. E relativamente a Trieste la situazione è davvero favorevole, dato che noi verbali di contestazione in mare non riusciamo a farne quasi mai, nonostante i numerosi controlli, proprio perché qui c’è un grande rispetto per le regole e una cultura del mare altissima».
Ma quali sono i dispositivi da controllare? «Sicuramente – sottolinea il capitano di fregata – tutte le dotazioni standard di sicurezza come, ad esempio, le zattere e i giubbotti individuali di salvataggio, i salvagente, i razzi e le boe fumogene», con questi ultimi due dispositivi che, come specifica il socio del sodalizio velico triestino Giuseppe Bollis, «hanno un utilizzo differente: i razzi servono di notte e le boe fumogene di giorno». Intanto gli uomini della Guardia costiera saliti a bordo delle imbarcazioni dei diportisti della Stv – che hanno deciso di sottoporsi volontariamente e gratuitamente alla verifica per l’ottenimento della certificazione – controllano attentamente il materiale necessario per il “bollino blu”:
«Con la Società Triestina della vela, con cui abbiamo un rapporto di collaborazione quotidiano – evidenzia Giraud – ci siamo organizzati e abbiamo detto loro che avevamo un certo numero di bollini blu che potevamo venire a consegnare ai diportisti della loro società, previo controllo risoltosi positivamente, un vantaggio perché la certificazione avviene “a casa propria” in un certo qual modo». Al termine della verifica un verbale su cui viene indicata la conformità o meno delle dotazioni necessarie e della documentazione, attesta le condizioni trovate a bordo e si procede all’assegnazione di un bollino blu che deve essere esposto a bordo. —
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