Le falesie perdono un pezzo si stacca lastrone di 20 metri

Ugo Salvini
Le Falesie di Duino hanno perso un altro pezzo. Dopo il crollo in mare del cosiddetto “Capel”, avvenuto un anno fa, un’enorme lastra di roccia - alta una ventina di metri, larga una decina e profonda in alcuni tratti circa 120 centimetri, facente parte del gruppo che i residenti chiamano da sempre le “Tre placche piccole” - si è staccata dalla parete che sovrasta la baia di Sistiana per una settantina di metri. Scivolando verso il mare - lungo la parete pressoché verticale che dal “Rilke” arriva alla spiaggia - il lastrone, oltre a travolgere alcuni alberi, sradicandoli, si è rotto in vari pezzi. Alcuni si sono fermati lungo il percorso, altri sono arrivati addirittura al mare, inabissandosi. È accaduto di notte.
Se n’è accorto il giorno dopo Vladimiro Mervic, presidente della Comunella di Duino e da sempre attento osservatore della zona. Per quanto riguarda le possibili cause dell’evento che ha riguardato ora una delle “Tre placche piccole” e, un anno fa, “El Capel”, la spiegazione scientifica è sempre la stessa. E la fornisce il geologo triestino Giulio Lauri: «Premesso che è sempre difficile individuare i motivi di natura scientifica di questo fenomeni, in assenza di elementi certi e di analisi approfondite che richiederebbero del tempo, va intanto ricordato che le Falesie, come in generale tutte le rocce del Carso, sono instabili, perché caratterizzate da molti spuntoni verticali, quasi sempre inclinati, in maniera più o meno accentuata, sensibili perciò a tutti gli agenti esterni. È poi notorio che le rocce di questo tipo presentano spesso cavità nelle quali durante la stagione fredda l’acqua che si deposita può ghiacciare e, dilatandosi, allargare le fessure preesistenti. In questa maniera si creano fenomeni di degradazione delle strutture che possono culminare in frane e cedimenti». —
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