Le galline tornano di moda: ecco i consigli per curarle

Uova genuine, costi irrisori: è boom dei pollai domestici  Per la salute delle ovaiole dieta equilibrata e niente stress

TRIESTE Quasi la totalità delle galline presenti nei pollai sono ovaiole, ossia produttrici di uova: all’anno gli esemplari più prolifici ne depongono quasi 300, in media uno al giorno. In tanti scelgono di avere un pollaio domestico, in grado di offrire prodotti genuini, sani e controllati. Anche per le galline ci sono dei vantaggi: lontane dall’ambiente stressante degli allevamenti intensivi, sono più serene. Ma l’ambiente non è tutto: hanno bisogno di attenzioni e cure, dall’alimentazione al benessere psicofisico.

Mediamente le galline vivono tra i 5 e gli 11 anni: più fattori incidono sulla loro longevità, ad esempio razza, peso, alimentazione, malattie. La massima produzione di uova avviene nel primo e secondo anno di vita, poi diminuisce e, generalmente, si arresta dopo il quinto anno. Le razze esistenti sono molteplici, ma la Livornese, originaria delle campagne toscane, è quella più diffusa al mondo: tra le più produttive, è reputata la gallina ovaiola per eccellenza. Il prezzo non supera di molto i 5 euro.

L’alimentazione è una questione molto importante, per niente marginale. Le galline mangiano una gran varietà di avanzi alimentari, ma questi devono essere considerati come un’aggiunta e non come l’unico componente della loro alimentazione. Una dieta errata potrebbe anche compromettere la produzione di uova. Le loro giornate passano all’insegna della ricerca di cibo, scandagliano il terreno e fanno rifornimento di erbe e insetti.

L’allevatore deve garantire loro il giusto apporto di carboidrati, mediante mangimi a base di grano, mais, avena, ma anche un discreto apporto di proteine, tramite aggiunte di pisello, favino, soia. Uno dei crucci principali di un allevatore avicolo è che i suoi animali siano carenti di calcio. Le galline, razzolando nel pascolo, solitamente ingeriscono dei sassolini e così rafforzano le loro scorte del minerale presente nell’organismo. Se ciò non dovesse bastare e la mancanza di calcio ci fosse ancora, il proprietario lo può integrare aggiungendo alcuni gusci sbriciolati al mangime somministrato quotidianamente. –




 

Argomenti:coccoli

Riproduzione riservata © Il Piccolo