«Le leggi lo consentono e allora facciano pure»

Il referente dei titolari di pescherie ridimensiona l’allarme «Mi auguro però che le autorità vigilino sulla questione»

"Se le norme lo permettono e i pescatori seguiranno alla lettera la disciplina in materia di vendita nel momento in cui diventeranno dettaglianti del pescato, facciano pure. Non saremo certo noi a poter dire di no". Livio Amato, responsabile della categoria dei titolari delle pescherie, nell'ambito della Confcommercio, non batte ciglio all'annuncio di Guido Doz di voler vendere il pescato direttamente dai pescherecci, in molo Venezia. "Sappiamo che le barche, per potersi trasformare, al loro rientro al molo, in banchi di vendita del pesce, devono disporre di tutta una serie di attrezzature a garanzia dei consumatori. Mi riferisco al ghiaccio - precisa Amato - ai banconi in inox, ai registratori di cassa, a tutto ciò che serve per pulire il pesce e a confezionarlo prima di poterlo consegnare alla clientela. Se la legge sarà rispettata - continua - avremo semplicemente un nuovo punto vendita in città. Esistono le autorità competenti per i controlli del caso e le sanzioni nell'ipotesi di mancato rispetto di leggi e regolamenti. Mi riferisco alla Capitaneria di porto, all'Azienda sanitaria, alla Polizia locale, tanto per fare degli esempi - prosegue il rappresentante dei titolari delle pescherie - perciò spetterà a loro verificare che tutto sia fatto a puntino. Noi - prosegue - continueremo a fare il nostro lavoro nei nostri esercizi, come abbiamo sempre fatto, cioè osservando le regole". Amato ricorda poi che l'iniziativa di cui sono artefici i pescatori triestini non è nuova nel territorio: "A Muggia e in altri luoghi della provincia la vendita diretta del pescato esiste già, e da tempo, per quanto in termini ridotti rispetto a quanto potrà accadere a Trieste, dove i pescatori sono molto più numerosi". Anche nei porti della Slovenia e della Croazia la vendita diretta è prassi consolidata. Nemmeno Roberto De Gioia, vice presidente dell'Assonautica, ente di diramazione della Camera di commercio, titolare della concessione sul molo Venezia, è preoccupato. Anzi. "I pescatori possono attraccare in virtù di un accordo che hanno con noi dell'Assonautica, successivo al provvedimento di concessione - evidenzia - che permette loro l'uso delle banchine per l'attracco. In questo contesto - prosegue - è altrettanto lecito che propongano il loro pescato". La concessione all'Assonautica era stata firmata dall'Autorità portuale per favorire in primis le attività di diporto e per assicurare ai pescherecci un attracco sicuro in caso di maltempo. Quando c'è vento forte in golfo e il mare s'ingrossa, i pontili della ex Gaslini, dove i pescherecci dovrebbe approdare di regola al mattino, al rientro da una notte di lavoro, non sono del tutto sicuri. Il molo Venezia rappresenta una sorta di riserva di attracco. "E' una novità interessante quella proposta dai pescatori - conclude De Gioia - e siamo anche noi pronti a verificarne la portata, perché si tratta pur sempre di un potenziamento della rete commerciale della città".

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