Le ruspe si mangiano il giardino di via Cereria

di Claudio Erné
È iniziata ieri la distruzione dell’ultimo polmone verde di Cittavecchia. Le ruspe sono entrate nel giardinetto posto alla spalle dell’antica palestra di via della Valle e di quello che fu il carcere femminile. Scopo dichiarato, effettuare alcune prospezioni archeologiche in vista della realizzazione di un parcheggio per 120 automobili in un’area definita dal piano regolatore “verde urbano”.
Il progetto è dell’impresa costruzioni Riccesi che potrebbe iniziare lo sbancamento completo dell’area fra poco più di un mese. Le “prospezioni”, come annuncia il cartello di cantiere, dovranno essere concluse dalla “Archeotest-Imprefond” entro il 16 settembre.
Ieri mattina l’arrivo dei mezzi meccanici ha allarmato gli abitanti della zona che attraverso “Legambiente” avevano firmato in 500 un documento fatto recapitare all’allora sindaco Roberto Dipiazza. Chiedevano di salvare il giardinetto di via Cereria, unico area verde di Città vecchia. Dipiazza ha lasciato il Municipio per fine mandato e il suo ruolo è stato assunto, in forza del voto popolare, da Roberto Cosolini. Ieri a tre mesi dalle elezioni si sono messe in moto le ruspe, seppure per verificare l’eventuale presenza dei resti di una strada romana e di un ramo dell’antico acquedotto. «Sto rientrando dalla ferie a Trieste. Nei prossimi giorni sarò più precisa. Per il momento chiedete al dirigente comunale che si occupa di questo progetto», ha affermato il neo assessore all’urbanistica Elena Marchigiani. Ma il telefono del dirigente del Municipio indicato dall’assessore ieri nel pomeriggio ha suonato sempre a vuoto, così come quello della direttrice dei lavori, l’architetto Fabiana Pieri.
Certo è che l’avvio delle prospezioni archeologiche rientra nell’ambito della delibera approvata un paio di anni fa dalla Sesta commissione consiliare del Comune. Il documento aveva recepito in un verso le raccomandazioni della Soprintendenza ai Beni archeologici; nell’altro, secondo le parole dell’ingegner Roberto Sasco, aveva come scopo quello di evitare che i lavori per le nuove opere rischiassero di incagliarsi anche per anni di fronte all’emersione di qualche resto significativo del passato.
Il cantiere di via Cereria, o meglio il parcheggio che dovrebbe esservi realizzato, rientra in una compensazione tra Comune e impresa Riccesi. Quest’ultima aveva ottenuto dal Muncipio allora retto da Riccardo Illy, di costruire sotto piazza del Ponterosso un enorme parcheggio per 689 automobili. Un parcheggio che i geologi avevano ritenuto “a rischio” e che il sindaco Roberto Dipiazza aveva bloccato quando la gara d’appalto era già stata vinta dalla stessa impresa. Per evitare un lunga causa civile, le due parti si erano accordate per una compensazione, nell’ambito della quale rientra anche il giardinetto di via Cereria. La Riccesi si è fatta avanti e le ruspe per il momento solo “archeologiche” si sono messe in moto.
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