Legambiente: laguna piena di mercurio

TORVISCOSA. La Laguna di Grado e Marano è inquinata e ciò e attribuibile quasi interamente agli sversamenti di mercurio provenienti dallo stabilimento della Snia/Caffaro di Torviscosa, mentre la situazione dell’area Caffaro continua a essere «pesantemente sottovalutata». Lo sostiene Legambiente nel dossier presentato a Roma su “Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?”.
«Dal passaggio di competenza dal Ministero dell’Ambiente alla Regione non vi è stato alcun dibattito di rilievo sull’area lagunare - si afferma -, esclusa senza alcuna motivazione dal Sito inquinato di interesse nazionale, e di fatto priva di qualsiasi strumento di programmazione e intervento che la ricomprenda unitariamente. Tale strumento potrebbe diventare il Piano di Gestione del Sito di Interesse Comunitario della Laguna di Grado e Marano, elaborato già dal 2008, il cui iter di approvazione è stato recentemente ripreso».
Il Sin, perimetrato con decreto il 24 febbraio 2003, aveva una superficie a terra di circa 4.200 ettari e a mare di altri 6.831. Con il decreto ministeriale 222 del 2012 la perimetrazione del sito a terra è stata rimodulata e ridotta alla sola area degli stabilimenti della Caffaro per un totale di 208 ettari. «L’inquinamento dell’area - si legge - è attribuibile quasi interamente agli sversamenti di mercurio provenienti dallo stabilimento di produzione della cellulosa sito a Torviscosa (che si è aggiunta alla fonte storica di mercurio proveniente dalle miniere di Idria, che l’Isonzo ha portato al mare). Considerata l’elevata concentrazione di mercurio nei sedimenti, della neurotossicità di tale elemento anche a basse dosi se presente nella catena alimentare e della presenza in laguna di attività di ittiocoltura e molluschicoltura, si può affermare che la laguna di Grado e Marano è un'area ad elevata pericolosità ambientale oltre che sanitaria. Ciò è confermato dagli esiti della ricerca “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità sulle popolazione del luogo». La contaminazione iniziata nel 1949 con un apporto di circa 20 Kg al giorno, si è attenuata nel 1970 (circa 6-7 kg al giorno) per ridursi fortemente nel 1984 con l’adozione di sistemi di recupero del mercurio. Nel 2010 è stata ripresa la “caratterizzazione”, affidata ora ad Arpa Fvg che ne garantisce anche la validazione. Il progetto di risanamento dell’area Caffaro e di quelle limitrofe è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente (circa 160 milioni di euro). Nel 2011 il commissario di Caffaro ha presentato un progetto alternativo a quello già approvato del commissario delegato; tale progetto è stato oggetto di richiesta di integrazioni in sede di Conferenza di servizi decisoria nel 2013 a oggi non presentate.
Francesca Artico
Riproduzione riservata © Il Piccolo