«L’emergenza profughi è rientrata per ora»

Il viceprefetto Gulletta: «Con l’inverno i flussi sono rallentati e i trasferimenti sempre più frequenti. Utile l’intervento di Medici senza frontiere, spero restino»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 14.10.2015 Profughi in corriera Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14.10.2015 Profughi in corriera Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Centocinquanta immigrati ospitati al Nazareno. Trentadue (senza convenzione) che trovano sistemazione al San Giuseppe, piuttosto che alla Madonnina o al dormitorio Faidutti. Fatta una banale e semplice addizione, la somma è 182, uno dei “minimi storici” relativamente alla presenza di richiedenti asilo a Gorizia. Certo, l’esperienza del passato invita a non alzare i calici: la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro con arrivi di massa oggi difficilmente prevedibili. Resta il dato di fatto che, in questo momento, c’è addirittura sovrabbondanza di strutture d’accoglienza visto che il numero di richiedenti asilo è calato notevolmente.

Tutto

“sotto controllo”

Perché questa situazione di quasi-cessato allarme, seppur temporaneo? «In inverno, i flussi subiscono dei rallentamenti. È indubbio che in questo periodo arrivano assai meno persone rispetto a qualche mese fa», spiega il viceprefetto vicario Antonino Gulletta. L’altra spiegazione è da ricercarsi nel fatto che sono diventati sistematici i trasferimenti degli immigrati da Gorizia in altre località d’Italia, ogniqualvolta il bicchiere stava per riempirsi. «I container di Medici senza frontiere? Sono stati utili. Per noi, questo sistema sta funzionando. Bene o male, l’organizzazione internazionale è ormai incardinata nella realtà goriziana dell’accoglienza», rimarca Gulletta. Quindi, sarebbe auspicabile che Medici senza frontiere rimanessero anche nel futuro, visto che dovrebbero smontare i moduli abitativi entro marzo? «Faremo un ragionamento affinché possano rimanere», si sbottona il viceprefetto vicario.

Il sindaco Ettore Romoli, dal canto suo, sottolinea l’importanza dei numeri. «In questo momento, ci sono 180 immigrati a Gorizia: siamo lontanissimi dai giorni in cui si sfiorò il tetto delle 400 presenze. Diciamo che la situazione è buona, la morsa si sta allentando. E tutto ciò non avviene in maniera sicuramente casuale».

Romoli ringrazia

la Prefettura

Il primo cittadino ringrazia apertamente la Prefettura. Ultimamente, soprattutto con l’insediamento del nuovo prefetto Isabella Alberti, il trasferimento di migranti in altre città d’Italia è diventato sistematico, regolare. «È indubbio che negli ultimi mesi si sono viste corriere a Gorizia come non mai - ammette il primo cittadino -. Le cose sono cambiate. Questo dimostra il buon lavoro svolto dalla Prefettura e la sensibilità dimostrata dal Ministero dell’Interno. Inoltre, ritengo sia necessario prendere atto di questa situazione e chiederci: servono davvero tutte queste strutture di accoglienza? Oggi ci sono trentadue persone ospitate a San Rocco, alla Madonnina, al dormitorio. Fate voi...»

Secondo i numeri della Questura, attualmente ci sono 652 richiedenti asilo in tutta la provincia di Gorizia. Il maggior numero di profughi (401) è ospitato al Cara “allargato” di Gradisca d’Isonzo. A seguire ci sono i 150 del Nazareno, i 18 alloggiati a Gabria, i 15 di San Canzian, i 5 di San Pier d’Isonzo, i 16 di Romans d’Isonzo e i 15 di Cormòns. A questi vanno aggiunti i 32 che non sono coperti da alcuna convenzione e trovano una sistemazione a San Rocco, piuttosto che alla Madonnina, se non al dormitorio Faidutti.

Numeri che parlano da soli e non abbisognano di particolari commenti.

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